Il cielo era grigio ieri su piazza Duomo, ed è qui al centro della città che si è svolta la commemorazione del "Giorno della memoria".
"Vogliamo, tutti quanti insieme, commemorare le vittime di quell’incredibile tragedia che è stata l’Olocausto – ha detto il sindaco Antonfrancesco Vivarelli Colonna –. Il genocidio di sei milioni di ebrei causato dalla Germania nazista, dai suoi alleati e dai collaborazionisti. È il 27 gennaio del 1945 quando le truppe dell’Armata Rossa impegnate nell’operazione Vistola Oder in direzione della Germania, liberano il campo di concentramento di Auschwitz".
Poi il primo cittadino di Grosseto ha sottolineato: "Le guerre sono tutte orribili – prosegue –. Il secondo conflitto mondiale fu un qualcosa che andò oltre, venne annientata anche la dignità umana con uno sterminio sistematico senza precedenti".
Vivarelli Colonna ha ricordato anche "la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, e a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati".
"Oggi è determinante, imprescindibile, vitale, riaffermare con forza valori di fratellanza – ha ribadito il primo cittadino –, amicizia tra popoli, rispetto delle diversità e del prossimo. Qualità troppo spesso dimenticate o calpestate".
Per Vivarelli Colonna "essere sindaco significa rapportarsi ogni giorno con le esigenze, le speranze e le critiche di un’intera comunità di persone. Significa amministrare la cosa pubblica, gestirla con accuratezza e coscienza, al meglio delle proprie possibilità, nel massimo impegno. Essere un sindaco vuol dire anche e soprattutto rappresentarla la comunità: dare a quella comunità delle risposte. Io come sindaco, sono qui oggi orgoglioso di rappresentare la nostra comunità, la nostra gente, i nostri valori di pace e democrazia. Quei valori sanciti dalla Costituzione sulla quale ho giurato convintamente".
Il primo cittadino ha scelto di concludere il suo intervento citando alcune frasi scritte da Anna Frank.