Sulla scia della proposta di Emmanuel Macron, che sta creando non poco scompiglio in Francia, anche l’Italia pensa al Green Pass per accedere a servizi e attività. Il certificato verde, in teoria attivo già da luglio, è un documento creato per viaggiare tra i vari Paesi dell’Unione Europea e partecipare a cerimonie o di spostarsi tra regioni di colore diverso. Viene rilasciato dalla regione e contiene un Qr code, che certifica la vaccinazione completa, la guarigione da covid o l’esecuzione di un test con esito negativo. Ha una validità di 9 mesi, dopodiché richiede un rinnovo, e può essere revocato qualora si presenti una positività al virus.
Il recente provvedimento di Macron (nella foto) vorrebbe rendere obbligatorio il Green pass per accedere, in un primo momento, a cinema, teatri e musei, e da agosto anche per entrare nei bar, nei ristoranti, nei centri commerciali, nonché sui mezzi pubblici su tutto il territorio nazionale francese. In Italia, invece, proposta è ancora in discussione, si sta valutando se rendere obbligatorio il Green pass per andare a cena al ristorante al chiuso, o per poter riaprire discoteche o per riempire completamente gli stadi. In discussione anche l’ipotesi di rilascio del Green pass solo dopo due dosi di vaccino. Secondo l’impostazione, infatti, il Green pass dovrebbe essere rilasciato dopo il completamento del ciclo vaccinale, o dopo l’accertamento della guarigione da Covid naturale o dalla certezza assoluta della negatività. Da capire, infine, a chi spetta il controllo del pass, non tutti i ristoratori sono disposti ad assumersi la responsabilità di controllare un documento contenente un gran numero di dati sensibili e sottoposti a tutela di legge sulla privacy.