MATTEO ALFIERI
Cronaca

'Volantino elettorale diffamatorio'. Condannato il sindaco Cerulli

Multa da 400 euro e una provvisionale di 1500 alle parti civili

Il sindaco di Monte Argentario, Arturo Cerulli, è stato condannato per un «volantino elettorale diffamatorio»

Grosseto, 11 aprile 2018 - Quel volantino era diffamatorio. Lo ha deciso il giudice del tribunale di Grosseto, Andrea Stramenga che ha condannato a 400 euro di multa, Arturo Cerulli, sindaco di Monte Argentario. Cerulli aveva fatto pubblicare quel volantino, comparso per le strade nei paesi dell’Argentario, verso la conclusione della campagna elettorale delle amministrative del 2013. Era stato lui, il primo cittadino (poi dalle urne è stato riconfermato) ad indicare nel volantino, come «mussoliniani» i sostenitori della lista avversaria (quella che aveva come candidato Massimo Sandrelli), facendo riferimento tra l’altro a «mafie di terra e di mare».

Il volantino fu consegnato proprio alla vigilia dell’arrivo di Matteo Renzi all’Argentario, che fece un comizio per sostenere proprio Massimo Sandrelli. Il giudice Stramenga ha comunque concesso le attenuanti generiche al sindaco di Monte Argentario e la pagamento delle spese processuali. Il giudice, come si legge nel dispositivo, ha condannato Arturo Cerulli anche «al risarcimento dei danni in favore delle parti civili costituite, Michele Vaiani, Azelio Bagnoli, Danilo Cerulli, Anna Poggioli, Viviana Lauro, rimettendo le parti di fronte al giudice civile competente». Cerulli dovrà inoltre anche pagare una «provvisionale immediatamente esecutiva di 1.500 euro in favore di ciascuna delle parti civili, nonché al pagamento delle spese processuali dalle stesse parti civili sostenute, che sono state liquidate in 4.100 per Viviana Lauro e Danilo Cerulli, 4.100 euro per Anna Poggioli e Arturo Bagnoli e 3.280 per Michele Vaiani».

Motivazioni attese tra settanta giorni. «Finalmente giustizia è stata fatta – ha esordito Michelina Suriano, legale di parte civile insieme agli altri avvocati Costanza Brusa, Rodolfo Piccardi –. Non poteva passare il messaggio per cui il fine giustifica i mezzi. Cerulli era consapevole di quello che stava facendo. Ha offeso il decoro e la dignità – chiude l’avvocato – di persone rispettabili e oneste. Come ha deciso il giudice». «Prima di commentare vorrei leggere le motivazioni della sentenza – ha detto Arturo Cerulli –. L’appello? L’idea è quella». Poi conclude: «Se rifarei il volantino? Certamente. E’ quello che penso e non mi pento assolutamente. Di cosa dovrei pentirmi? Di aver fatto il sindaco in maniera onesta? Assolutamente no».