L’Us Grosseto 1912 e la sua proprietà prendono le distanze in modo inequivocabile da qualsiasi atto violento avvenuto nella tribuna dello stadio Carlo Zecchini in occasione della partita Grosseto - Livorno e auspicano che le autorità competenti prendano i dovuti provvedimenti qualora venissero riscontrate responsabilità.
E’ netta la posizione presa dalla dirigenza unionista in merito ai concitati momenti che hanno seguito il triplice fischio del direttore di gara, ma c’è anche la necessità di chiarire altri aspetti.
"Questa situazione, peraltro – dicono i dirigenti –, fa seguito alla partita di andata Livorno-Grosseto durante la quale il patron Giovanni Lamioni, suo figlio Francesco e i dirigenti unionisti sono stati vittime di ripetute aggressioni in tribuna. In quell’occasione, L’Us Grosseto 1912 decise di non prendere provvedimenti su quanto accaduto per non esacerbare gli animi in vista della partita di ritorno e si limitò a rappresentare la propria mortificazione al presidente del Livorno. Nel prendere le distanze da pochi facinorosi, Ul’Us Grosseto 1912 intende ringraziare i propri sostenitori per la splendida cornice di pubblico e per il costante sostegno alla squadra. Manifestiamo solidarietà anche ai poliziotti feriti e teniamo a sottolineare che, da numerosi video che abbiamo potuto analizzare, emerge che non erano i nostri tifosi a brandire spranghe con il volto coperto da cappucci. Ci auguriamo che il clima tra le due tifoserie possa al più presto normalizzarsi, rimanendo legate solo da una sana rivalità sportiva".