Si ribellò. Uno scalpore all’epoca, quando dopo una violenza subìta, proprio l’aguzzino diventava ’normalmente’ il marito della vittima. Invece Artemisia Gentileschi si oppose ed è un simbolo di riscatto, femminismo e libertà. Parte il progetto sostenuto dalla Regione nell’ambito del rifinanziamento della legge regionale 16/2009 sulla cittadinanza di genere "Artemisia" con l’impegno della Provincia che ha coinvolto circa 10mila ragazze e ragazzi per battere gli stereotipi di genere. Dai laboratori di gioco per la scuola dell’infanzia sui ruoli maschio e femmina, all’utilizzo delle arti visive per riflettere sull’immagine della donna nell’arte e nella comunicazione; dalla prevenzione del revenge porn, agli incontri sulla grammatica al femminile e l’hate speech, fino ai laboratori sulla storia dell’emancipazione della donna nella società, nel lavoro, nei diritti, nella politica e nelle istituzioni. Sono i laboratori e le lezioni-performance di "Artemisia: la tela della parità", il progetto che la Provincia nei prossimi tre anni porterà all’interno di tutte le scuole del territorio maremmano. Grazie alla partecipazione al bando regionale, la Provincia di Grosseto ha ottenuto un contributo di 443mila euro. I laboratori sono progettati e realizzati con il fondamentale intervento di diverse associazioni del territorio: Olympia De Gouges; Anima Scenica Teatro; Mandalavita aps; Kansassìti aps; Raccontincontri; Isgrec e la partecipazione della Consigliera di Parità provinciale.
"Si parla sempre di andare alle radici del problema – afferma il presidente della Provincia, Francesco Limatola – legato alla figura della donna e alla parità, e con questo progetto vogliamo dare i fatti. L’iniziativa vuole abbattere ogni stereotipo verso il genere femminile, è strutturata bene grazie ad una forte rete di associazioni locali scese in campo. Credo che parlare di parità di genere sia fondamentale". "E’ una battaglia – dice l’assessora regionale Alessandra Nardini – e ci siamo presi un impegno. Il patriarcato esiste eccome, ed è insidiato in ogni ambito della società, anche nel mondo lavorativo fino alla violenza di genere. C’è un’oggettivazione del corpo della donna. E’ un obiettivo sfidante questo progetto, i risultati non si vedranno nel breve periodo ma la cultura la cambiamo dalle nuove generazioni". Concludendo la presentazione lancia una stoccata al sindaco di Grosseto "E’ bene che le istituzioni – attacca l’assessora – siano presenti come lo è stata la Provincia. E non sempre sono presenti, visti gli ultimi avvenimenti".
Maria Vittoria Gaviano