
Clima e contraddizioni "Le alte temperature hanno aiutato la laguna a non soffrire troppo"
di Riccardo Bruni
E se il cambiamento climatico facesse bene alla laguna? Viene quantomeno da chiederselo, sentendo qual è stato, secondo il biologo Mauro Lenzi, uno dei fattori che ha disinnescato l’effetto a catena che con il caldo pesante di luglio in molti temevano avrebbe nuovamente portato a conseguenze disastrose per le acque orbetellane.
Se tutto questo non si è verificato lo si deve, almeno in parte, al fatto che le alghe non sono morte. L’abbondanza di detrito organico sul fondo e il degrado delle masse algali, infatti, sono alla base dei fenomeni distrofici estivi. Ma quest’anno qualcosa sembra essere andato in modo diverso.
"A luglio abbiamo registrato un caldo decisamente insolito – spiega Lenzi – con carichi di umidità molto alti. E devo dire che la resistenza della laguna a tali condizioni mi ha molto sorpreso. Alla luce di sopralluoghi in campo, abbiamo appurato che le masse macroalgali non hanno subìto collassi importanti, la maggior parte dei banchi, che era fortemente accresciuta tra maggio e giugno, si è mantenuta vitale".
Perché questa resistenza da parte dell’ecosistema? Almeno due fattori. Da una parte le temperature decisamente fresche di maggio e le piogge di giugno, dall’altra la presenza di una specie di alghe particolarmente resistente al caldo.
"Sia nel bacino di Levante che in quello di Ponente – afferma Lenzi – ha prevalso una specie algale, la cloroficea Chaetomorpha linum, molto resistente all’innalzamento termico. Laddove dominavano masse meno consistenti di alghe rosse (rodoficee), come sotto costa nel tratto di Ansedonia, si sono verificati limitati fenomeni distrofici".
Sulle opere di mitigazione messe in atto, ovvero il pompaggio delle acque e la risospensione dei sedimenti operata con così pochi mezzi, Lenzi non ha mai avuto fiducia.
Secondo il biologo, infatti, tutto è ancora affidato alle condizioni meteo e così resterà se non arriveranno investimenti importanti per la laguna.
Ma al di là di questo, sembra proprio che il cambiamento climatico possa assegnare alla laguna un alleato in più, quantomeno in attesa di risorse più consistenti.
"Il riscaldamento globale – afferma ancora Mauro Lenzi – sembra favorire alcune specie vegetali opportuniste ampiamente tolleranti, il che potrebbe costituire una salvezza dalle nefaste conseguenze della eutrofizzazione, sebbene dobbiamo prendere atto che la laguna non potrà mai più tornare ad essere come è stata in passato".
Nel frattempo, però, adesso si spera almeno che l’impegno preso formalmente in maniera trasversale dalle forze politiche in Parlamento possa portare in tempi ragionevoli alla definizione di una gestione definitiva.