San Vincenzo (Livorno), 30 marzo 2025 – Professionisti del crimine, ma nonostante un’organizzazione para-militare, qualche sbavatura c’è stata nel colpo da 4 milioni di euro al furgone portavalori. Ed è su queste piccole falle che stanno lavorando i carabinieri del nucleo investigativo di Livorno in collaborazione con le altre forze di polizia. Ieri mattina gli inquirenti sono tornati sulla superstrada (chiusa al traffico la corsia sud) per ulteriori rilievi e raccolta dei bossoli che nella notte non erano visibili. Le perizie balistiche diranno se le armi usate per il colpo a San Vincenzo hanno firmato altri assalti ai furgoni portavalori che negli ultimi mesi sono diventati frequenti.

A San Vincenzo sono stati sparati venti colpi di fucili da guerra (probabilmente da quel che si capisce dalla immagini Aks, una versione del famoso Kalašnikov) contro i mezzi blindati. Le guardie giurate sono state costrette a scendere. Nessuna violenza fisica, ma tutti sono stati costretti a sdraiarsi sull’asfalto faccia a terra e i banditi hanno sparato una raffica sulla strada per far capire le loro intenzioni. Poi hanno piazzato due ordigni esplosivi molto potenti sul tetto e su un portellone del blindato e in pochi secondi, una volta scardinate le chiusure, hanno preso i soldi. Un bottino di oltre tre, quasi quattro milioni, che era destinato a pagare le pensioni della provincia di Grosseto, anche se deve essere fatta la conta precisa perché nelle immagini si vendono pezzi da 50 euro sparsi a terra e una parte del denaro potrebbe essere stata danneggiata dall’esplosione. Intanto ieri è stata trovata una delle auto usata dal commando. Una Volvo blu lungo la strada che da Castelnuovo Val di Cecina va a Monterotondo Marittimo, una zona interna dove si sono diretti anche gli altri elementi della banda, evitando le arterie principali. La macchina era stata presa, sotto la minaccia delle armi, a un medico di Orbetello in coda dietro ai furgoni blindati, è stata ritrovata intatta e con qualche indizio all’interno. Forse i banditi sentendosi braccati l’hanno abbandonata in fretta e furia senza nasconderla o incendiarla, si sa solo che avevano staccato il gps dell’assicurazione.

Probabilmente le altre auto sono state nascoste meglio e non fornire così indicazioni sulla fuga. Gli inquirenti ieri hanno ascoltato di nuovo le testimonianze delle guardie giurate, tra le quali quella di una autista donna di Cecina che la sera della rapina era sotto schock per il comprensibile spavento. Inoltre vengono visionate tutti i filmati delle telecamere di sicurezza della zona. Il Comune di San Vincenzo ha un sistema di occhi elettronici piazzato su tutte le vie di accesso e fuga dal centro e anche i Comuni vicini hanno telecamere che possono aver registrato il passaggio delle auto dei banditi facilmente individuabili con i filmati della rapina.