
È nel mondo della rete e dei social che gli adolescenti comunicano e socializzano per restare connessi. I ragazzi si muovono così attraverso Facebook, Twitter, WhatsApp, Instagram. Il web ha contribuito alla formazione e alla diffusione di parole nuove. Insieme a sigle, abbreviazioni ed emoji, sono entrati a far parte del vocabolario della rete molti termini derivati dall’inglese e poi italianizzati, come Googlare, taggare, linkare, postare, chattare, twittare, instagrammare. Talvolta qualche espressione riesce a emergere dal web, iniziando a circolare anche all’esterno; se per caso sentiste dire "sto flexando il mio nuovo taglio di capelli" probabilmente sareste di fronte a qualcuno che "sta mettendo in mostra" la propria acconciatura. Un altro termine, comparso per la prima volta su Twitter nel 2012 è cringe, dall’inglese to cringe, impiegato, perlopiù scherzosamente, per definire qualcosa che suscita un imbarazzo che fa rabbrividire. Il Covid-19, poi, ha rivoluzionato anche il nostro modo di comunicare: pandemia, quarantena, immunità di gregge, asintomatico, lockdown, distanziamento sociale, ‘tamponare’, dad e smartworking.
La lingua è in continua evoluzione: conviene stare al passo se non si vuol essere chiamati boomers!