ORBETELLOLa laguna di Orbetello ha un’estensione complessiva di 2.525 ettari ed è costituita da due distinti specchi d’acqua, quello di Ponente e quello di Levante. Il sistema lagunare è separato dal Mar Tirreno dal tombolo di Giannella a nord e quello di Feniglia a sud. In mezzo, si trova la cittadina di Orbetello, che vive praticamente in simbiosi con le acque che la circondanio. Un ecosistema unico e integrato, non solo da un punto di vista ambientale, ma anche economico e culturale. La comunicazione diretta con il mare avviene attraverso il canale Ansedonia, per la laguna di Levante, mentre la laguna di Ponente comunica con il mare tramite il canale di Nassa e, indirettamente, con il canale Fibbia, collegato con il tratto terminale del fiume Albegna. La profondità media è di circa un metro. Da sempre, gli scarsi scambi con le acque marine e una forte presenza di agenti nutrienti causano la proliferazione di alghe, responsabili delle distrofie.
A causa dell’inquinamento della laguna, che ha molte ragioni tra cui lo stabilimento industriale della ex Sitoco, le alghe della laguna sono considerate rifiuti speciali. Per smaltirle, quindi, è necessario il trasporto in stabilimenti adeguati, con relativi costi. Costi troppo elevati per smaltire in questo modo le masse algali che si producono in laguna. Secondo stime recenti, nel solo versante di Ponente le alghe si estendono per quasi il settanta per cento della superficie. In un test di laboratorio condotto dal biologo Mauro Lenzi è stato verificato che alcune specie di queste alghe hanno una percentuale di accrescimento medio giornaliero del 17 per centro. Vale a dire che una tonnellata aumenta ogni giorno di 170 chili. E si parla, in laguna, di decina di migliaia di tonnellate. Con il caldo, le alghe muoiono, si depositano sul fondo e diventano materiale organico di cui si nutrono i batteri che innescano il processo che consuma l’ossigeno delle acque, rendendole una trappola mortale per i pesci, come è avvenuto anche la scorsa estate. In questo momento, un banco algale di circa quattrocento ettari, per un peso complessivo di diverse decine di migliaia di tonnellate, è morto e si è depositato sul fondo, rappresentando un grave pericolo per i prossimi mesi. Visti gli elevati costi di raccolta e smaltimento, per fronteggiare il problema delle alghe il sistema adottato è quello della risospensione dei sedimenti, che viene eseguita con battelli attrezzati. Purtroppo, dei cinque battelli previsti, ne funzionano in genere solo due, in attività solo per pochi mesi l’anno. In questo periodo, per esempio, in cui sarebbe fondamentale lavorare in prevenzione, sono fermi. Tutti questi motivi hanno portato nei giorni scorsi alla mobilitazione della cooperativa dei Pescatori di Orbetello, che visti i tempi lunghi di attuazione della legge che istituirà il consorzio (statuto, regolamenti e nomine comprese) chiede il commissariamento immediato della laguna per intervenire subito ed evitare un nuovo disastro.
Riccardo Bruni