NICOLA CIUFFOLETTI
Cronaca

Concorrenza dall’estero. Le paure degli agricoltori: "Il più a rischio è il grano"

L’allarme lanciato da Sanna (Coldiretti): "Occorre dire basta ai prodotti stranieri che non rispettano gli stessi parametri imposti alle aziende italiane". Oltre il frumento, i timori del settore sono anche per i prodotti dell’orto e olio.

GROSSETOLa concorrenza sleale fa tremare le aziende agricole maremmane che hanno concentrato il loro business nel seminativo, nei prodotti ortivi e nella filiera dell’olio extravergine d’oliva. Stando ai dati Istat rielaborati poi da Coldiretti solo in provincia di Grosseto questi tre settori dell’agricoltura rappresentano migliaia di aziende. Sono circa 16mila gli ettari di superficie dedicati alla coltivazione di grano duro. Il grano nostrano è però minacciato dall’importazione di quelli provenienti dalla Russia, Ucraina e Canada. "Occorre dire basta alla concorrenza sleale dei Paesi terzi e introdurre con decisione il principio di reciprocità per fare in modo che tutti i prodotti che entrano nell’Unione rispettino gli stessi standard dal punto di vista ambientale, sanitario e del rispetto delle norme sul lavoro previsti nel mercato interno. – commenta Milena Sanna, direttrice Coldiretti Grosseto - Purtroppo le pratiche sleali incidono molto sul prezzo finale del prodotto. Il risultato è che quando non vengono rispettate tutte le regole che ad esempio vengono rispettate in Italia allora è probabile che il prodotto costa meno. Ma questo aspetto ha delle ripercussioni fortemente negative sui nostri agricoltori che – prosegue Sanna – sono costretti a adeguare il prezzo a quello del grano importato. I prodotti maremmani maggiormente minacciati da una concorrenza sleale sono il grano, i prodotti dell’orto e l’olio". Insomma se è vero che l’agricoltura Italiana rappresenta un fiore all’occhiello per l’Europa e in questo contribuiscono in maniera significativa anche gli agricoltori maremmani, allora va riconosciuto il valore dei prodotti."Dobbiamo ancora distribuire il giusto valore all’intera filiera agricola – prosegue Sanna – pensiamo ad esempio al settore cerealicolo, qui siamo indietro nel riconoscere il giusto valore all’agricoltore". Anche per questo Coldiretti è in "mobilitazione permanente". "Ricordo il blitz dei giorni scorsi al porto di Civitavecchia per denunciare le importazioni sleali di prodotti stranieri di bassa qualità – prosegue Sanna - e basso costo che invadono il mercato mettendo in crisi i nostri agricoltori". Circa 10 gommoni hanno circondato una nave che trasportava un carico di olio d’oliva proveniente dalla Tunisia, mentre centinaia di agricoltori dell’associazione presidiavano il porto per chiedere misure immediate contro le importazioni di olio straniero, che penalizzerebbero i produttori italiani. "Il settore olivicolo in Maremma è una voce importante dell’agricoltura locale – commenta Sanna – i nostri agricoltori sono impegnati a produrre oli di qualità che vanno poi a finire sulle tavole, arricchendole. Le nostre produzioni sono sempre di più minacciate dall’ingresso di prodotti nettamente inferiori ai nostri. Non chiedo di certo di chiudere i porti, ci mancherebbe, ma di commercializzare con chi, come noi, rispetta regole e standard produttivi alti". I problemi però non sono solo in casa, un’ulteriore minaccia per il mercato dell’olio toscano Igp arriva anche guardando all’export. I dazi annunciati da Trump inciderebbero negativamente sull’export dell’olio extravergine d’oliva toscano negli Stati Uniti, avendo inevitabilmente delle ricadute spiacevoli sugli agricoltori che sarebbero costretti a vendere il prodotto a un minor prezzo rispetto a quello attuale per tentare di rimanere sul mercato.Nicola Ciuffoletti