Uccise la compagna a pugni e martellate, ergastolo a Giovanni Padovani

La sentenza per l’omicidio che il 28enne, ex calciatore del Follonica Gavorrano, ha commesso il 23 agosto 2022. Alessandra Matteuzzi, la vittima, aveva 56 anni. In aula la sorella

Omicidio Matteuzzi: ergastolo per l'ex Giovanni Padovani

Omicidio Matteuzzi: ergastolo per l'ex Giovanni Padovani

Grosseto, 13 febbraio 2024 – La Corte d’Assise di Bologna, presieduta dal giudice Domenico Pasquariello, ha condannato all’ergastolo Giovanni Padovani, il 28enne ex calciatore del Follonica Gavorrano che il 23 agosto 2022 uccise, colpendola a calci, pugni, martellate e con una panchina di ferro, la 56enne Alessandra Matteuzzi, sua ex compagna. La sentenza è stata pronunciata dopo una camera di consiglio durata due ore. I giudici hanno quindi accolto le richieste avanzate un mese fa dalla procuratrice aggiunta Lucia Russo e dalla sostituta Francesca Rago, riconoscendo anche la sussistenza delle quattro aggravanti contestate all’imputato, vale a dire stalking, premeditazione, motivi abietti e futili e legame affettivo con la vittima. In aula era presente anche il sindaco Matteo Lepore, che prima della lettura della sentenza ha abbracciato Stefania Matteuzzi, sorella di Alessandra.

Le motivazioni saranno depositate nel giro di 30 giorni. La Corte ha anche stabilito provvisionali immediatamente esecutive da 100mila euro per la sorella di Alessandra Matteuzzi, Stefania, e per la madre. Diecimila euro invece per i due nipoti di Alessandra e 5mila euro per le altre parti civili. Per quanto riguarda i danni, invece, saranno liquidati in separata sede.

«Alessandra non c’è più, mia sorella non c’è più». Ha pronunciato queste parole, scoppiando in un pianto liberatorio dopo la lettura della sentenza con cui la Corte d’Assise di Bologna ha condannato all’ergastolo del calciatore che ha giocato un anno anche in Maremma, la sorella di Alessandra Matteuzzi, Stefania. La donna, accompagnata dai due figli, subito dopo è stata portata fuori dall’aula dal suo avvocato Antonio Petroncini.