Le osservazioni del presidente di Confagricoltura Grosseto Attilio Tocchi sono condivise con le aziende. Per quanto riguarda il parco eolico Scansano, dice Tocchi, "il gioco non vale la candela". Il territorio è ricco di storia e tradizionale e qui quelle pale alte 200 metri non ci stanno. "Come Confagricoltura – dice Tocchi – condividiamo a pieno la politica di sviluppo delle energie rinnovabili e la necessità di arrivare ad una autonomia energetica nazionale" ma poi argomenta le osservazioni che sono state condivise con gli associati dei comuni interessati, le cui aziende, circa 570, ricadono nel comprensorio previsto per la realizzazione del parco. Si parla di oltre 13mila ettari, ossia il 96% delle superfici coltivate e boschive del territorio oggetto del parco, dove 1.435 ettari sono destinati a oliveti, e quasi l’80% dei 1.200 ettari sono occupati da vigneti Doc e con 193 aziende che svolgono attività ricettive di agriturismo.
"Queste attività – dice Tocchi – occupano circa 4.700 lavoratori, tra stagionali e fissi, per un totale di oltre 111mila ore lavorative che portano 18 milioni di euro nelle tasche dei lavoratori. Aree in cui vi è una mancanza di vento necessario al massimo rendimento degli aerogeneratori e con lunghi periodi predominanti con totale assenza o con vento inferiore a 3m/s, il valore minimo sfruttabile". Quindi il calcolo della produzione annua di energia elettrica ipotizzato da chi vuole realizzare il parco è del tutto irreale e rende imprescindibile la predisposizione di un serio studio anemologico. Altri elementi critici vanno ricercati nell’impatto acustico, quello sulla salute e sulla fauna.
"La ricaduta occupazionale di minimo 15 dipendenti, che impone il bando del Pnrr Pniec – conclude – è ben poca cosa rispetto a mettere a rischio l’intero comparto agricolo che vale 4.700 lavoratori. Quindi, il gioco non vale la candela".
Oltre al singolo impianto di Scansano a preoccupare sono le decine di progetti presentati nei mesi scorsi, anche perché siamo a ridosso della votazione del Consiglio regionale Toscano della legge sulle aree idonee e non idonee per gli impianti Fer. "I nostri comitati sono riusciti a raccogliere migliaia di osservazioni su ben 4 progetti di impianti eolici industriali nella Bassa Maremma Toscana – spiega Luca Federici, presidente del Comitato Salute Ambiente Tuscia e parla anche a nome di Maremma Attiva –. Una sessantina di pale nei soli territori di Pitigliano e Sorano, alte 200 metri e larghe 170. Centinaia e oltre se vengono cumulate con quelle proposte su Manciano, Scansano, in tutta l’Alta Tuscia e nell’Orvietano. Il consiglio regionale si esprimerà su una legge che di fatto rischia di devastare interi territori, in particolare la Maremma. Per costruire alternative all’energia fossile abbiamo bisogno di politiche energetiche che rispettino i territori, le aspirazioni e le visioni delle comunità e non ne pregiudichino il modello di sviluppo autenticamente sostenibile".
Nicola Ciuffoletti