È una corsa contro il tempo per gli imprenditori del turismo. L’obiettivo è mettersi in regola con il Cin (Codice identificativo nazionale), anche perché da questo mese è scattato l’obbligo e chi non ce l’ha e non lo comunica è sanzionabile. A dover essere in possesso sono tutte le strutture ricettive e tutti quegli immobili dei privati cittadini affittati per finalità turistiche o per periodi inferiori ai 30 giorni. Richiederlo è gratuito, la pratica può essere semplice (magari un po’ lunga), ma non averlo vuol dire non essere in regola e di conseguenza anche i maggiori portali turistici e di prenotazione penalizzano le strutture che non hanno il codice identificativo.
In provincia di Grosseto, secondo i dati rilevabili dal sito del ministero del Turismo, sono 9802 le strutture registrate, sono invece 7354 quelle già in possesso del codice, il 75%. Una percentuale bassa, equiparabile solo alla provincia di Firenze e che colloca la Maremma in fondo alla classifica regionale.
"Ci troviamo in piena operatività con le pratiche relative al Cin – commenta Gabriella Orlando, direttrice di Confcommercio Grosseto –. La scadenza a gennaio ha prodotto un’accelerazione sulle richieste, in questi ultimi giorni stiamo ricevendo molte richieste di assistenza, un numero paragonabile a quando emerse la notizia, quindi ottobre 2024".
In Maremma insomma intorno a questo tema c’è un risveglio dell’attenzione anche se non tutti scelgono la via legale. C’è ad esempio chi, prendendo una scorciatoia, il Cin se lo è direttamente inventato andando incontro a sanzioni e la speranza è che gli organi di controllo intervengano. I potenziali clienti si possono però autodifendere verificando il Cin della struttura scelta per le proprie vacanze è facile. Basta digitare il codice in una sezione del sito web del ministero del Turismo.
"Il codice – prosegue Orlando – una volta ottenuto va messo in mostra fisicamente e va comunicato ai portali di prenotazione. Inoltre le locazioni turistiche che emergono con il Cin devono dichiarare di avere all’interno un estintore e un rilevatore funzionante di monossido di carbonio".
Le multe per gli irregolari possono essere salate: per la mancata richiesta del Codice identificativo Nazionale le sanzioni partono da 800 euro e possono arrivare a 8mila euro, per la mancata esposizione del Cin si va da 500 a 5mila euro, se invece non sono presenti estintori e rilevatori in struttura le sanzioni vanno da 600 a 6mila euro. Per la direttrice di Confcommercio questo provvedimento è un primo passo per far emergere l’economia sommersa degli affitti. "Questo è un provvedimento che va nella giusta direzione – conclude Orlando – per creare un regime di accoglienza turistica che possa raggiungere una sana offerta di recettività, con tutto quello che di buono comporta".
In sintesi, il Cin rappresenta uno strumento molto utile per ridurre e, potenzialmente, eliminare il fenomeno degli affitti in nero, contribuendo a una maggiore trasparenza e a un mercato più sano e regolamentato. Se attuato correttamente, questo sistema può portare vantaggi sia per lo Stato (in termini di entrate fiscali) sia per i consumatori e i proprietari onesti.
Nicola Ciuffoletti