Consorzio Montecucco. Un vino senza più confini

Realizzato un report sulla produzione: il biologico in netta crescita. Le etichette sono molto apprezzate all’estero: vendite anche in Usa e Germania .

Consorzio Montecucco. Un vino senza più confini

Giovan Battista Basile

AMIATA

Uno dei compiti di un Consorzio che raggruppa produttori di vino è anche quello di conoscere nel dettaglio i territori i riferimento. Almeno così la pensa il Consorzio Tutela Vini Montecucco presieduto da Giovan Battista Basile che è la somma di produttori situati nei territori comunali di Cinigiano, Castel del Piano Seggiano, Civitella Paganico, Campagnatico e Roccalbegna. A tre anni di distanza dal primo lavoro di raccolta dati il Consorzio Tutela Vini Montecucco si è recentemente impegnato in una nuova indagine e il primo risultato emerso riguarda la sostenibilità; la quota di produzione certificata bio tra le aziende campione si attesta al 95% per la Doc e al 91,5% per la Docg. Sono emersi diversi aspetti ed elementi legati all’attività delle cantine dell’areale. L’obiettivo, come spiegano dal consorzio è quello di restituire una panoramica quanto più dettagliata e ampia dello status quo della Denominazione e promuoverne la crescita e lo sviluppo. Attraverso la compilazione di un questionario sono state raccolte le risposte di diverse aziende che da sole coprono una superficie vitata totale di circa 300 ettari, di cui circa 276 ha sono potenzialmente rivendicabili Montecucco Doc (tra Rosso e Vermentino), mentre sono 197,42 gli ettari potenzialmente atti alla produzione di Montecucco Docg. Sempre da questa indagine emerge che per il 61% del territorio è composto da Sangiovese, per l’11% da Vermentino e per il restante della percentuale da vitigni internazionali – principalmente Merlot che detiene il 7% – e vitigni autoctoni da qualche anno tornati alla ribalta come il Ciliegiolo con il 5%. Rilevanti anche i dati raccolti su mercato domestico ed export. Forte l’attenzione sul territorio nazionale che assorbe circa il 35% dei consumi, soprattutto il Centro e Nord Italia dove sono presenti rispettivamente il 95% e il 63% delle aziende socie. Per quanto riguarda le vendite all’estero, i primi quattro paesi a trainare l’export in termini di volumi risultano Svizzera (30%), Germania (12%), Usa (8,5%) e Benelux (8%), mentre si registra un interesse sempre crescente verso il prodotto da parte di Est Europa, Centro America e Asia orientale e sudorientale. Parlando di prossimo futuro, i paeverso cui le aziende vorrebbero incrementare le esportazioni sono Canada, Regno Unito e Giappone.L’ospitalità è un altro tema importante: i i dati evidenziano che il 100% delle aziende è attrezzato per accogliere i visitatori.