Contenzioso sulla Laguna. Liquidazione e concordato. L’udienza è stata rinviata

Il Tribunale fallimentare si dovrebbe pronunciare il 21 marzo sulla proposta di sdebitamento accompagnata da un piano industriale per la cooperativa dei Pescatori di Orbetello.

Tutto rinviato al 21 marzo. L’udienza di fronte al Tribunale fallimentare di Grosseto per la Orbetello Pesca Lagunare si è aperta e chiusa con un nulla di fatto. Se ne riparla tra un paio di settimane e nel frattempo il destino di questa cooperativa, attorno alla quale lavorano un centinaio di nuclei familiari, tra soci, dipendenti e piccole aziende collegate, resta appeso a un filo. Di fronte al giudice Claudia Frosini si sarebbe dovuta svolgere l’udienza unificata per la proposta di liquidazione giudiziale della Orbetello Pesca Lagunare e per la richiesta di concordato preventivo avanzata dalla stessa azienda orbetellana, in pratica una proposta di sdebitamento accompagnata da un piano industriale in cui si dimostra che nei prossimi cinque anni l’azienda può sostenere il piano di rientro. La richiesta di avvio per la procedura fallimentare è stata avanzata dalla Procura di Grosseto, sulla base di un’informativa della guardia di finanza.

Faccenda davvero complicata, che si lega a un’altra, quella del lodo arbitrale con il Comune, per via dei canoni non versati dai pescatori nelle casse pubbliche, come prevederebbe invece la concessione. In questo caso, infatti, il collegio giudicante ha dato ragione ai pescatori, riconoscendo il loro diritto all’esenzione del canone per via dei danni subiti tra alluvione e moria. Ma il Comune non ha ancora voluto svincolare le fideiussioni che erano state rilasciate dai pescatori a garanzia del presunto credito (circa 800mila euro, al momento ancora bloccati in banca). L’udienza di appello è fissata ad aprile e se sarà confermata la decisione dei giudici di primo grado allora le fideiussioni potranno essere svincolate, portando un po’ di liquidità nelle casse della cooperativa. Nel frattempo, però, marzo è il momento della pesca alla celeta, una qualità di cefalo che produce la prelibata bottarga.

"Dobbiamo continuare a lavorare – racconta il presidente dei pescatori, Pier Luigi Piro – come se ci fosse continuità. Non possiamo fermarci ad aspettare la decisione del giudice sulle nostre vicende. La pesca è il nostro fiore all’occhiello, abbiamo investito per aumentare il fatturato, il pesce c’è e siamo fiduciosi". Le condizioni della laguna al momento sono buone, ma la grande incognita per i prossimi mesi resta come al solito quella delle alghe. Nel caso di una proliferazioni consistente, come avvenuto negli ultimi anni, le operazioni di pesca subiranno un rallentamento. In tutto questo, sullo sfondo, resta infatti ancora senza soluzione la grande questione della gestione della laguna, che resta appesa a un accordo di programma tra regione e comune in cui le risorse messe in campo sono sempre poche e non bastano a garantire un accettabile margine di sicurezza. Le varie proposte di istituire un ente laguna in grado di provvedere a una gestione più puntuale e più solida sono ancora ferme in attesa di trovare soldi disponibili, inchiodando l’intero sistema lagunare, sia dal punto di vista ambientale sia da quello economico, a una fragilità ormai tristemente costante, in cui non resta altro da fare che affidarsi alla clemenza del tempo. E sperare che non faccia troppo caldo.

Riccardo Bruni