
Una veduta del canale di Santa Liberata le cui concessioni – quelle relative al tratto a uso commerciale – sono finite al centro di un contenzioso giudiziario
Concessioni di Santa Liberata, il Tar ha fissato al 30 ottobre l’udienza per il ricorso presentato da Biba Boats. La questione delle concessioni riguarda il tratto del canale a uso commerciale, quello in pratica gestito da società private, mentre nel tratto a uso sociale (riservato ai residenti nel comune di Orbetello) gli ormeggi sono affidati ai proprietari delle barche, seguendo una graduatoria, non per scopi commerciali. La società Biba Boats (che per due anni ha gestito un tratto in concessione, poi non rinnovata) ha presentato ricorso contro le delibere con le quali la giunta comunale ha regolato gli affidamenti, indicando varie irregolarità tra cui il fatto che i terreni che circondano i tratti da affidare in concessione sono stati acquistati dagli attuali affidatari, e un eventuale nuovo affidatario non saprebbe come raggiungerli, non essendo previsto alcun ‘diritto di passaggio’.
"La gara, così come prefigurata dal Comune, è solo formalmente finalizzata all’interesse pubblico – affermano i ricorrenti, rappresentati dall’avvocato Franklin Varioli Pietrasanta – esaurendosi invece in un meccanismo procedurale viziato che ha come naturale e prevedibile epilogo la riconferma degli storici affidatari".
In pratica, secondo i ricorrenti, solo gli attuali concessionari hanno la possibilità di raggiungere le concessioni, perché hanno comprato i terreni circostanti. Un po’ quello che succede quando la spiaggia è pubblica ma tutta l’area che la circonda è privata. "Qualsiasi operatore economico – si legge ancora nel ricorso – che non sia, come gli attuali affidatari, anche proprietario dei terreni che confinano con questi ambiti demaniali non ha alcuna possibilità di accedere alle relative aree e, quindi, non ha alcuna possibilità di partecipare ad una gara che, evidentemente, è ritagliata intorno all’interesse degli storici affidatari, in quanto unici soggetti che, disponendo anche dei fondi confinanti, non hanno alcuna difficoltà ad accedervi direttamente dalla strada pubblica, come da sempre avvenuto e com’è attualmente".
"Pertanto, la gara pubblica vale a perseguire in via meramente apparente e formale la libera partecipazione delle imprese e la concorrenzialità tra le stesse – si legge ancora nel ricorso – costituendone invece palese violazione, trattandosi di una regolamentazione di gara che andrà a privilegiare gli attuali affidatari e proprietari che sono gli stessi che oramai da oltre trent’anni gestiscono le concessioni".
Riccardo Bruni