Nascono in luoghi a rischio sopravvivenza, portano investimenti e lavoro dove nessun altro lo fa. Dal 2019 a oggi sono otto le Cooperative di Comunità nate in provincia di Grosseto. Tra loro sono diverse, come diverse sono le attività e i servizi svolti, ma tutte le cooperative hanno in comune un obiettivo, quello di riportare i servizi in territori marginali e renderli nuovamente vivibili. La sfida è enorme e c’è chi ci crede veramente. Di base le Cooperative di Comunità sono un modello di innovazione sociale in cui i cittadini di una comunità si organizzano per essere produttori e fruitori di beni o servizi, favorendo sinergia, occasioni di crescita e coesione all’interno di una comunità. In Maremma ci sono la "Cooperativa di comunità Davide Lazzaretti" (Roccalbegna), la Cooperativa San Giovanni delle Contee (Sorano) Cooperativa Il Borgo di Montelaterone (Arcidosso), Cooperativa LaudatoSì (Isola del Giglio), Società Cooperativa Biofan (Cinigiano), Cooperativa di Comunità Ecosistema comunale di Castell’Azzara società cooperativa, e la Selva Amiata società cooperativa di comunità (Santa Fiora).
"Siamo nati nel 2019 – commenta Tiziana Peruzzi, presidente della Cooperativa San Giovanni delle Contee – in questo paese dove erano presenti solo un alimentari, un maglificio e un barbiere. La cooperativa ha riaperto l’osteria del paese. Oggi si chiama Osteria Maccalè. Siamo 29 soci, 10 dipendenti e due di questi hanno un contratto a tempo pieno. Gestiamo un’osteria che fa piatti tipici della tradizione, un emporio di comunità, i servizi relativi alla bottega della salute e ci stiamo adoperando per mettere a sistema in futuro una rete di abitazioni che possano diventare attività di ospitalità diffusa".
È un punto di riferimento per Montelaterone e per l’intero territorio anche la cooperativa di comunità Il Borgo. "Siamo partiti nel 2018 con una bottega di alimentari – commenta Stefania Cassini, presidente della cooperativa – oggi abbiamo un ostello, un albergo di diffuso (insieme hanno circa 35 posti letto), un agri-ristoro e un emporio di comunità. Svolgiamo anche servizi in convenzione con il Comune di Arcidosso e con il Coeso e in più abbiamo un’aula multimediale che mettiamo a disposizione di chi si trova qui e deve lavorare in remoto. I servizi legati al turismo e alla promozione del territorio stanno funzionando bene, nel 2023 l’ostello ha raggiunto 830 presenze. In totale siamo 4 lavoratori, abbiamo attivato 2 tirocini e abbiamo due volontari. I soci sono 9".
Nata nel 2022 per sopperire alla mancanza di servizi di base alla popolazione della Selva, la cooperativa di Santa Fiora è oggi guidata dal presidente Massimo Martellini. "Da circa due anni abbiamo aperto un emporio di comunità – commenta Martellini – dove all’interno vendiamo beni di prima necessità e offriamo anche servizi digitali di base, come prenotazione delle ricette e attivazione dello Speed. Diamo lavoro a una persona e contiamo circa 60 soci". Negli ultimi anni questo particolare tipo di cooperativa si è diffuso grazie anche all’impegno della Regione che in applicazione delle linee guida contenute nel Libro Verde #CollaboraToscana ne ha supportato la costituzione attraverso bandi ed una legge approvata nel 2019. Gli interventi a sostegno delle cooperative di comunità si iscrivono all’interno della più ampia politica regionale di supporto alle pratiche ispirate al principio di governance collaborativa. "Le cooperative di comunità sono realtà importanti per i piccoli e piccolissimi centri delle nostre aree interne – commenta Leonardo Marras, assessore regionale all’Economia e al Turismo della Regione –, ognuna con le proprie peculiarità. Nel tempo sono cresciute diventando, oltreché presìdi socio economici con attività concentrate in particolare su commercio e artigianato, veri e propri esempi di economia collaborativa con decine di nuovi occupati in tutta la Toscana diffusa. Anche per questo l’impegno della Regione a sostegno delle cooperative di comunità è costante".
Nicola Ciuffoletti