
Il tenente colonnello Emiliano Zatelli a cavallo segue l’auto presidenziale
Grosseto, 20 marzo 2022- Al comando del 2° Squadrone dei Carabinieri Corazzieri dopo altre importanti esperienze fra le quali, dal 2003 al 2009, quella al comando del Norm della Compagnia di Grosseto. Sei anni durante i quali Emiliano Zatelli, oggi tenente colonnello, si è fatto apprezzare per professionalità, competenza ed equilibrio. Non solo tra i colleghi, ma anche tra i cittadini. Adesso ha un compito speciale, quello di vigilare sulla sicurezza del "primo cittadino d’Italia". Il Presidente della Repubblica, appunto.
Ma come viene organizzata l’attività quotidiana?
"Un Corazziere deve saper fare tutto. Il duro e lungo tirocinio selettivo del carabiniere che aspira a diventare guardia d’onore del Presidente prevede sessioni addestrative intense che lo devono mantenere atletico e rendere esperto in equitazione, motociclismo, difesa personale, armi, tiro, istruzione formale e tutte quelle nozioni di sicurezza e protezione da applicare al Palazzo del Quirinale, al Presidente, ai familiari e agli ospiti di quest’ultimo. In una giornata tipica, se ci fermeremo nella piazza d’armi della nostra storica sede troveremo, di buon’ora, i militari addetti al governo quadrupedi che tolettano tutti i cavalli e svolgono riprese d’equitazione e che ad esempio, nel pomeriggio, scorteranno in moto l’auto del Presidente diretta verso un palazzo istituzionale della capitale, per un impegno ufficiale. Vedremo più volte al giorno la squadra di vigilanza al Palazzo che avvicenda quella smontante e magari un plotone che si avvia al Quirinale per svolgere un servizio d’onore per un capo di Stato straniero in visita. Vedremo parte del Reparto di Sicurezza uscire per raggiungere un poligono di tiro per un addestramento specifico, mentre un’altra parte si occuperà di controllare tutti i visitatori del Quirinale, con l’impiego di macchine radiogene e metal detector. Vedremo infine un piccolo contingente partire alla volta di una città, perché all’indomani il Presidente parteciperà a un evento e i Corazzieri saranno là a solennizzarne la presenza. Tutti i giorni invece possiamo vedere i Corazzieri che si dedicano alle varie attività logistiche per il mantenimento della caserma e dei mezzi, per prendersi cura dei cavalli piuttosto che i cuochi della nostra mensa".
Quali caratteristiche sono richieste per poter essere ammessi nel Reggimento?
"I Corazzieri, per quanto concerne il reclutamento, vengono selezionati tra i militari dell’Arma dei Carabinieri che abbiano particolari requisiti morali e disciplinari nonché l’alta statura. Gli allievi entrano a far parte del Reggimento Corazzieri solo dopo aver svolto un tirocinio pratico della durata di 6 mesi. Il periodo formativo si conclude con un esame per il conseguimento della specializzazione equestre e per la valutazione dell’apprendimento di quelle conoscenze teoriche e tecniche che caratterizzeranno il loro peculiare futuro servizio a cavallo, in motocicletta, come addetto alla sicurezza del Capo dello Stato".
Possono prestare servizio anche le donne?
"Certamente. La presenza femminile nell’Arma è ormai ultraventennale e la ragione per la quale non siano ancora state selezionate delle Corazziere è solo probabilistica. La forte fisicità e la statura non ordinaria (diversi militari del Reggimento superano i 2 metri) unite alla motivazione di fare il carabiniere in un modo bellissimo ma speciale e agli alti requisiti morali e di carattere troveranno sintesi anche in qualche componente femminile dei Carabinieri: è solo questione di tempo".
Come comandante, qual è il compito più delicato?
"Riuscire a creare nel reparto un clima organizzativo e operativo connotato non solo da elevata competenza e produttività ma anche da legami emotivi basati su armonia e fiducia reciproca. Un ufficiale dei Carabinieri ha il privilegio di comandare personale che all’arruolamento ha seguito una vocazione, diversa per natura e intensità in ogni individuo, ma senz’altro presente. L’azione di comando ha il compito delicato e difficile ma necessario di incoraggiare, sostenere, guidare, valorizzare, arricchire gli altri e arricchirsi degli altri. Dialoga, ascolta, includi, vivi in mezzo al tuo personale con lealtà, serenità, allegria e coerenza coi principi che professi e questo ti seguirà sempre e ti darà soddisfazioni inimmaginabili".
Cosa le hanno lasciato gli anni trascorsi in Maremma?
"A Grosseto ho vissuto il mio primo, indimenticabile periodo operativo e i miei primi anni da marito e padre. Per tutta la mia famiglia quella maremmana è stata una pagina di vita bellissima, tanto che dopo il 2009 ho più volte trascorso coi miei cari le vacanze nella vostra bellissima provincia. L’ambiente, il territorio, la magistratura, tutti i rappresentanti delle istituzioni civili e militari dell’epoca, i miei superiori e tutti i carabinieri che collaboravano con me costituivano le condizioni ideali per lavorare bene e dare il massimo. Ho provato a farlo e i risultati, la sensazione che quei sei anni siano trascorsi in un baleno e gli affetti e la stima che ho lì conservato mi confermano l’intensità straordinaria di quel periodo. Le genti di Maremma, laboriose, schiette, attaccate alle istituzioni e i miei bravissimi Carabinieri mi hanno fatto crescere. Chi mi conosce sa che una parte del mio cuore è rimasto lì da voi".