Emergenza in laguna, la soluzione potrebbe passare da Venezia. Il deputato Marco Simiani, capogruppo Pd in Commissione ambiente, ha depositato un emendamento al Decreto Emergenze, attualmente in discussione a Montecitorio, per attuare "il prima possibile interventi di manutenzione e messa in sicurezza dei fondali della laguna attraverso la movimentazione dei sedimenti, proprio come è stato fatto per la laguna di Venezia".
"Con l’approvazione della legge sul consorzio della laguna di Orbetello – afferma Simiani – abbiamo oggi, sulla carta, una nuova governance stabile. Servono però interventi rapidi. L’approvazione dello statuto e la costituzione dell’ente potrebbero richiede mesi e non possiamo arrivare impreparati in vista delle criticità cicliche che si ripresentano con i mesi estivi".
La proposta di Simiani riguarda la possibilità di spostare in laguna masse di materiale organico da un punto all’altro, così da scavare canali in grado di consentire un maggiore movimento delle acque. Finora farlo non era possibile, perché il materiale tolto dalla laguna, diventando rifiuto speciale, doveva essere smaltito in impianti adeguati con costi molto alti. L’impianto di Patanella, l’ultimo atto del commissariamento concluso nel 2012, avrebbe dovuto consentire proprio l’essiccazione delle alghe, in modo da ridurne il peso e abbattere quindi i costi di trasporto e smaltimento. Ma non è mai entrato in funzione. La soluzione adottata per la laguna di Venezia, invece, è stata studiata dal professor Silvano Focardi, consulente per il Mose, nonché ex rettore dell’Università di Siena e adesso presidente del comitato scientifico della laguna di Orbetello. Questo potrebbe disinnescare il problema delle alghe che si sono depositate sul fondo, un enorme banco. Ma i tempi sono comunque molto stretti. L’emendamento depositato dall’onorevole Simiani, infatti, chiede al governo di adottare questa misura entro il 30 giugno 2025, previa intesa con la Regione Toscana. E il 30 giugno è praticamente già piena estate, quando per la prevenzione è ormai tardi e in genere non resta che correre ai ripari, sperando di fare in tempo.
Preoccupazione anche da parte delle associazioni di categoria. Il responsabile di Fedagripesca Toscana, Andrea Bartoli, ribadisce il concetto: "Servono interventi urgenti e strutturali". "Se non si interviene in modo deciso e tempestivo – afferma Bartoli – l’intera area rischia di perdere non solo il suo valore ambientale, ma anche la sua funzionalità economica, con ricadute pesanti per l’intero settore della pesca e dell’acquacoltura della regione".
Fedagripesca propone anche un pacchetto di interventi urgenti e strutturali, compreso un piano di sviluppo e valorizzazione ecoturistica. "Fedagripesca – prosegue il responsabile regionale – è pronta a collaborare con le autorità e con gli enti preposti alla tutela ambientale, affinché venga avviato un progetto di recupero della che metta al centro la salvaguardia dell’ambiente e delle tradizioni locali legate al mondo della pesca professionale. Riteniamo che sia indispensabile, per il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità ambientale, sociale ed economica, la partecipazione attiva delle realtà economiche che operano nella laguna. Non possiamo permetterci di fallire".