Sono arrivati quando il sole stava per sorgere e se ne sono andati a casa quando il sole era tramontato. Ieri circa 100 agricoltori hanno raggiunto il grande parcheggio in località "La Rotta" e da lì hanno iniziato a dare forma una nuova marcia di trattori, macchine e camion. Ieri il nuovo corteo dei trattori è partito proprio da questo angolo di Maremma che segna il confine tra le regioni Toscana e Lazio.
In Maremma non si ferma la protesta degli agricoltori, ieri circa 20 mezzi agricoli, ben scortati dalle Forze dell’ordine, si sono mossi prima in direzione Pitigliano poi Sorano.
"Siamo sempre più convinti che quello che portiamo in piazza e nelle strade dovrà essere recepito dalle istituzioni – dicono gli organizzatori –. L’agricoltura sta vivendo un momento di profonda crisi e il governo ci deve ascoltare. Non solo il governo, ci devono ascoltare anche le istituzioni locali".
"Salviamo i giovani agricoltori" oppure "Il mio futuro è il tuo futuro!": sono stati questi alcuni slogan che ieri i manifestanti hanno mostrato per tutto la giornata. Il corteo – sostenuto sempre da Coapi, il Coordinamento agricoltori e pescatori italiani – ha voluto accendere i riflettori anche sull’altro tema che riguarda sempre l’agricoltura, quello cioè del ruolo delle donne in questo complicato settore.
Oltre infatti alle richieste già avanzate dal coordinamento, prima tra tutte quella di una dichiarazione di stato di crisi socio-economica del settore, in modo da dare la possibilità alle amministrazioni locali di poter intervenire direttamente a sostegno della categoria, ieri si è parlato anche dell’agricoltura al femminile.
Il corteo ha voluto ricordare che le donne non sono solo una parte dell’agricoltura italiana, ma spesso il vero motore delle aziende agricole e delle comunità rurali. In maniera simbolica ad aprire la marcia è stato il trattore guidato da Emanuela Caruso, agricoltrice da 40 anni.
Piumino rosso e jeans, Emanuela ieri ha sfilato con fierezza e con lei altre donne che lavorano in vari settori agricoli e che come lei sentono il peso di essere donna.
"Il mio è un lavoro dignitoso – ha detto Emanuela alla guida del primo trattore che ha aperto il corteo –, anzi è grazie a noi agricoltori se è possibile seguire un’alimentazione sana e se i terreni coltivati rappresentano un valore aggiunto per l’ambiente. Detto ciò essere una donna e lavorare in questo settore non è facile. dobbiamo ancora affrontare difficoltà enormi, dall’accesso ai finanziamenti alla scarsa rappresentanza nelle istituzioni, fino al peso di una cultura che ancora troppo spesso ci considera marginali nel settore".
La mobilitazione di ieri è arrivata dopo il primo presidio a inizio settimana in località "La Rotta" e dopo i cortei di Capalbio, Grosseto e Orbetello.
"Siamo tornati a protestare e continueremo a farlo – commentano gli organizzatori –. Lo faremo nel rispetto delle Forze dell’ordine ma con convinzione, fino a quando non riceveremo risposte convincenti".
Gli agricoltori locali oltre a chiedere lo stato di crisi ribadiscono alle istituzioni la possibilità, con regolamentazioni specifiche, di ottenere in cambio del loro lavoro un prezzo equo per i loro prodotti e di controllare maggiormente le pratiche sleali che spesso incidono negativamente anche sul made in Italy, a partire ad esempio da etichette più chiare.
Nicola Ciuffoletti