Luca
Mantiglioni
Forse si chiama Terzo settore perché viene trattato come il Terzo mondo. Chissà, magari è questa la spiegazione. Tutti bravi nel tessere elogi a costo zero per l’attività delle Onlus e delle varie associazioni di volontariato all’indomani di una loro azione al servizio di qualcosa o qualcuno e poi magari altrettanto pronti ad allargare le braccia di fronte al loro bisogno di risolvere un problema. Suona un po’ come un "le faremo sapere" al termine di un provino o di un colloquio di lavoro, ad occhio e croce. Eppure l’impegno del Terzo settore non frena, non lascia indietro nessuno, non va in ferie né in vacanza. I volontari ci sono sempre e quasi sempre a spese loro. Ed è inutile che qualcuno provi a far finta di niente girandosi dall’altra parte, perché – che ce lo meritiamo o meno – loro sono ovunque intorno a noi. Per dire di non vederli, insomma, serve un’altra scusa.