LUCA MANTIGLIONI
Cronaca

Cronisti in classe, il giornalismo fra i banchi

Stamani la premiazione della ventesima edizione del progetto de La Nazione. Sedici scuole iscritte e centinaia di ragazzi coinvolti

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di Luca Mantiglioni

Gli studenti che hanno partecipato alla prima edizione del "Campionato di Giornalismo" oggi hanno venti anni di più. Per essere più chiari: oggi potrebbero essere sempre a scuola, ma seduti dietro la cattedra e magari già con qualche anno di esperienza sulle spalle. Tanto più che le prime due edizioni si svolsero con le scuole superiori, prima di "trasferire" questa iniziativa nelle scuole medie dove oggi rimane.

Insomma, un traguardo importante per un progetto che La Nazione organizza grazie anche al sostegno di alcune aziende partner che, nel nostro caso, sono Conad del Tirreno, Banca Tema e – quest’anno – anche Cna.

E sarà proprio la sala conferenze dell’associazione degli artigiani con sede in via Birmania ad ospitare oggi alle 10.30 la cerimonia conclusiva della ventesima edizione che ha visto la partecipazione di sedici scuole maremmane e di centinaia di studenti, tutti bravi – anzi, bravissimi – a calarsi nel ruolo di giornalisti per realizzare servizi e inchieste poi pubblicati nella cronaca locale (due pagine per ciascuna scuola).

I temi trattati? Molti e anche molto delicati. Dai problemi dell’adolescenza alla guerra, dal rapporto con gli adulti all’omofobia, passando da riceche sulla storia e le tradizioni locali che hanno saputo incuriosire i lettori (e anche i componenti della giuria, s’intende) e tirar fuori anche particolari meno conosciuti degli eventi caratteristici di un territorio.

Stamani, dunque, l’atto finale di un progetto che ha richiesto comunque un serio impegno da parte dei ragazzi per la scelta degli argomenti e poi per la ricerca delle notizie, ma anche da parte degli insegnanti tutor che hanno seguito gli studenti nella fase di realizzazione dei lavori. Un bel lavoro di squadra dove spesso i ruoli tendono a confondersi, facendo sì che gli studenti abbiano la stessa voce in capitolo dei loro insegnanti. Se non di più, a volte.

Ma questo è uno degli obiettivi del progetto: dare spazio alle idee dei ragazzi, consentendo loro di raccontare emozioni, paure e speranze, di dire cosa vorrebbero e cosa non sopportano, di far sentire la loro voce dovendo però mantenere il rigore della cronaca o dell’inchiesta giornalistica. E ciò significa che ogni cosa che intendano scrivere deve essere prima verificata.

Oggi ci sarà un premio per ciascuna scuola, giusto epilogo per un progetto che vuole essere un’opportunità e non certo un esame. Ma questo i ragazzi lo hanno capito benissimo.