ANDREA CAPITANI
Cronaca

Dal nonno Romeo al nipote Alessio La storia di Villa Patrizia va avanti

Cambio al timone dell’azienda vitivinicola di Roccalbegna. Casamatta: "Ho rubato con gli . occhi il mestiere dal nonno"

Alessio Casamatta insieme al nonno Romeo Bruni, fondatore di «Villa Patrizia»

di Andrea Capitani

Un’azienda maremmana sfida la crisi dovuta al Covid 19. Seppur con il grigiore delle nubi dovute alla pandemia mondiale sul comparto enogastronomico italiano, a Roccalbegna c’è un’azienda che, dopo 50 anni, invece di tirare i remi in barca ha deciso di rilanciare. E’ l’azienda vitivinicola biologica "Villa Patrizia", una delle realtà più antiche della Maremma, adagiata sulle colline tra Arcille e Roccalbegna. Nata nel 1968, oggi l’azienda è passata di mano. Da nonno a nipote. Un passaggio "coraggioso", visto il momento, ma che sfida il mercato nazionale ed estero puntando sulla qualità. "Villa Patrizia" da adesso sarà guidata da Alessio Casamatta, quarantenne agronomo dell’azienda di famiglia, che ha deciso di rimboccarsi le maniche e prendere le redini dell’azienda nonostante il periodo non sia dei migliori dal punto di vista economico. Un passaggio da nonno a nipote.

"La nostra è un’azienda storica e con me siamo arrivati alla terza generazione – spiega Alessio Casamatta –. ‘Villa Patrizia’ infatti è stata fondata nel 1968 da mio nonno. Credo che il nostro punto di forza sia proprio il carattere familiare e la tenacia del suo fondatore Romeo Bruni. Quando piantò le prime viti nei dintorni di Cana, era già oltre i 35 anni. Suo padre nella prima metà del ‘900 produceva il vino per la famiglia degli Armenti nei dintorni del podere Dicioccatore (oggi Buratta). Nei dintorni si diceva che il vino del "Bruni" era il più buono di tutti, perciò la passione per il vino era una vocazione di famiglia".

All’inizio l’azienda produceva essenzialmente vino sfuso, ma nel 1980 imbottiglia per la prima volta con l’etichetta "Villa Patrizia" il "Bianco" e il "Rosso di Roccalbegna". Nel 1984 nasce la prima storica etichetta "Orto di Boccio". Adesso tocca ad Alessio Casamatta guidare l’azienda nel "mare in tempesta" di questo periodo dovuto alla pandemia da Covid 19.

"Dopo anni di mestiere "rubato" con gli occhi a mio nonno e dopo numerose vicissitudini familiari – dice Casamatta – siamo riusciti a trovare poche settimane fa una formula per il passaggio dell’azienda a mio nome. La soddisfazione di dare continuità ad una realtà storica come la nostra in questi tempi difficili supera di gran lunga la preoccupazione per l’impegno preso. Il fatto che tutto questo avvenga nell’anno del mio quarantesimo compleanno forse rappresenta una sorta di punto di svolta". L’azienda attualmente produce circa 50.000 bottiglie annue, divise fra quattro diversi vini, ovvero Montecucco, Morellino di Scansano, Doc Maremma (Ciliegiolo), e Igt Toscana.