MATTEO ALFIERI
Cronaca

Dal sindacato si rinnova l’appello: "Non si può morire di lavoro. Sicurezza sempre al primo posto"

Pagni (Cgil): "Subappalti da rivedere: hanno aumentato la precarietà e di fatto annullato i controlli"

GROSSETOLe piazze si riempiranno: per chiedere salari più alti e dignitosi, nel pieno rispetto dei diritti fondamentali dei lavoratori e delle lavoratrici. E’ il 1° Maggio, la Festa dei Lavoratori. Quelli che ogni giorno si alzano presto la mattina per portare a casa uno stipendio e far "campare" la famiglia. In Maremma la storia racconta di mani callose, stipendi bassi, scioperi e miniere. Oggi di ragazzi che scelgono di andarsene e "lavoretti" stagionali che tendono al "grigio". Monica Pagni, segretaria provinciale della Cgil, festeggerà il Primo maggio a Follonica, tra dibattiti e musica. Con l’unico obiettivo. Alzare il livello di sicurezza.

In provincia, già da due anni, non si registrano infortuni mortali. Solo un caso? "Credo di sì. Nel 2024 in Italia ci sono stati 1099 morti sul lavoro. Le tragedie più grandi si sono consumate non lontano dalla Maremma: mi riferisco al cantiere di via Mariti a Firenze, al deposito di carburanti a Calenzano e alla centrale Enel nell’Appennino. Il vero problema è che il lavoro è povero da un lato ed è supportato da una legislazione che dà una mano alla precarietà. E dove c’è più insicurezza, dove non ci sono le strutture per denunciare e avendo tolto completamente le responsabilità alla ditta appaltatrice, succedono queste tragedie. Un’emorragia che non si ferma".

La liberalizzazione del subappalto ha aumentato di fatto la precarietà e annullato i controlli. Che fare? "E’ complicato. La sicurezza non si insegna in un corso di poche ore. La nostra proposta, è quella di togliere la liberalizzazione dei subappalti a cascata. Chiediamo di ripristinare la responsabilità alle ditte appaltatrici. Verificare di nuovo ‘a chi viene dato il lavoro’ deve essere un punto fisso. Frammentare la filiera produttiva, va a discapito della sicurezza. Purtroppo, la fretta di fare le cose di corsa e non intaccare i profitti, hanno fatto diventare la sicurezza come un impedimento".

Tutto dunque per la perversa logica del risparmio? "Esatto. Mettendo a fare lavori persone che non sono esperte, perchè non ci sono accordi, tutto è lasciato alla coscienza dei datori dell’impresa. Perchè i controlli non ci sono più, visto che anche le ispezioni in ogni tipo di cantiere e non solo, deve essere annunciata almeno una settimana prima. Una prassi questa che ha di fatto abbassato il livello di attenzione da chi dovrebbe avere cento occhi per garantire la sicurezza dei lavoratori".

E la Maremma non è dunque l’isola felice che tutti credono... "Ci sono tanti settori. Con l’edilizia sono stati fatti buoni accordi soprattutto nei piccoli cantieri. Come sindacati abbiamo sottoscritto un protocollo sugli appalti che vorremmo estendere in tutti i Comuni. L’obiettivo sarebbe quello di arrivare anche alle Partecipate: chiediamo la contrattazione anticipata, un confronto con i Comuni sui bandi. Il tutto per garantire la catena dell’affidamento, ma l’impegno non è banale".

Matteo Alfieri