NICOLA CIUFFOLETTI
Cronaca

Dazi, la Maremma è la più colpita. Agroalimentare: a rischio 236 milioni

C’è molta preoccupazione nel settore, sia per le ripercussioni che per lo spettro ’imitazioni’. Coldiretti: "Soltanto per le esportazione di olio si parla di 224 milioni, più di quattro per il vino". .

GROSSETO Tanto se ne era parlato nelle settimane scorse formulando ipotesi sul suo effetto, adesso che sono realtà si sta facendo i conti con le conseguenze negative che potranno avere sull’export della Maremma. I dazi al 20% sui prodotti europei introdotti dagli Stati Uniti sono un grande problema per l’agroalimentare maremmano. Grosseto tra le province toscane, è la più esposta alle ripercussioni dei dazi Usa con un rapporto di dipendenza del 70%. Per comprendere insomma la portata del problema basta un numero: le esportazioni dell’agroalimentare negli Usa hanno un valore che supera i 236 milioni di euro. Per il vino vuol dire 4,2 milioni di euro, per l’olio extravergine d’oliva 224 milioni, ed è per questo che Coldiretti Grosseto ribadisce: "L’introduzione dei dazi su vino, olio, formaggi ed in generale su tutto il paniere agroalimentare avrà inevitabili contraccolpi sia per le imprese esportatrici sia per i consumatori su cui ricadranno in parte gli aumenti. – commenta spiega Simone Castelli, presidente Coldiretti Grosseto - Questo aumento sul prodotto finale rischia di essere scaricato anche sugli agricoltori". Secondo gli analisti Donald Trump avrebbe introdotto i dazi per trattare con i paesi esteri ma per Castelli la logica dei dazi e controdazi ha dimostrato nel tempo di essere miope e controproducente per tutti. "Rischia – dice - di rallentare la crescita, aumentare l’inflazione e generare un clima di instabilità sul mercato scatenando una guerra dei prezzi e spalancando le porte al fenomeno scandaloso del Tuscany Sounding che sono già molto floride oltreoceano. Imitazioni di prodotti maremmani, che richiamano il nostro territorio, che valgono già oltre 400 milioni negli Stati Uniti". Insomma per Coldiretti le conseguenze di una politica protezionistica così aggressiva possono essere molteplici. "Al momento – dice - possiamo solo fare proiezioni. Chi già presidia quel mercato, nel caso dei produttori ed importatori maremmani prevalentemente olio e vino, potrebbe dover trovarsi ad abbassare i prezzi mentre chi non lo presidia potrebbe approfittarne per entrarvi con ribassi e sconti". Molti parlano di provare a cambiare mercati, ma non è un’operazione immediata. Insomma i dazi stanno innescando una guerra economica giudicata da Coldiretti inutile. Inoltre è anche dannosa, ad esempio per l’olio Toscano IGP che al momento non ha concorrenti sul mercato Usa: è l’extravergine Ig più richiesto dai consumatori americani. Claudio Capecchi, presidente di Cia Grosseto ha parlato di "tempesta perfetta" sottolineando come il comparto agricolo stia già affrontando sfide sempre più complesse: cambiamenti climatici, aumento dei costi di produzione, pressione della fauna selvatica e problemi strutturali nelle aree interne. "Ora – spiega - la politica protezionistica americana potrebbe aggiungere un ulteriore ostacolo, rendendo ancora più fragile un settore cruciale per l’economia locale". Poi prosegue: "Anche il pecorino DOP – prosegue Capecchi - fiore all’occhiello della tradizione casearia maremmana, rischia un contraccolpo pesante, mettendo in crisi un’intera filiera già provata da altre difficoltà economiche". Il territorio maremmano insomma è fortemente esposto ai nuovi dazi imposti dagli Usa ed è anche per questo che Cia invita all’unità. "Adesso non bisogna andare in ordine sparso – spiegano da Cia – Agricoltori Italiani - ma agire uniti come Europa, con un approccio non di sudditanza. Occorre un’azione diplomatica rapida, forte e decisa". Nicola Ciuffoletti