NICOLA CIUFFOLETTI
Cronaca

Dazi Usa, trema anche la tavola: "Export maremmano a rischio"

Olio, vino e formaggi: si temono ripercussioni. Le categorie: "Mercato americano fondamentale"

Fabrizio Filippi, presidente Consorzio di tutela

Fabrizio Filippi, presidente Consorzio di tutela

Sull’ottimo andamento dell’export dell’olio toscano di qualità piomba l’incubo dei dazi più volte annunciati da Donald Trump. L’olio extravergine Toscano Igp vive una fase d’oro del suo export volando all’estero e sfiorando i 40 milioni di euro in valore, confermandosi di fatto l’olio "Ig" tricolore più venduto nel mondo. Ecco dunque che i dazi in Usa si inseriscono in questo percorso favorevole per i produttori di olio toscani e maremmani, come una spina nel fianco.

"Eventuali dazi colpirebbero non solo i produttori olivicoli, anche gli stessi consumatori americani – spiega il presidente del Consorzio di Tutela, Fabrizio Filippi – La grande richiesta di olio Toscano Igp, che ricordo è prodotto da olive raccolte in Toscana e frante in Toscana, va di pari passo con un approccio più consapevole di molti americani che hanno preso a modello la Dieta mediterranea".

È un momento estremamente favorevole per "l’oro verde" anche in Maremma dove l’olio extravergine d’oliva e i suoi derivati rappresentano il 90% dell’export dell’agroalimentare negli Stati Uniti ed ecco perché in provincia di Grosseto trema il settore dell’olio, inoltre si presta massima attenzione anche al vitivinicolo. "Il valore del mercato dei vini maremmani negli Usa si aggira a 5 milioni di euro – dice Milena Sanna, direttrice di Coldiretti Grosseto – e rappresenta il secondo settore dell’agroalimentare che viene introdotto nel mercato a stelle e strisce. Il terzo sono i formaggi e gli insaccati".

Insomma più che i dazi, Trump dovrebbe introdurre agevolazioni per favorire l’ingresso di prodotti alimentari ad indicazione geografica. "Siamo in contatto con il Governo – conclude Sanna – e la direzione nazionale di Coldiretti auspica in una mediazione della nostra presidente del consiglio, sia a livello nazionale che che internazionale per tutelare i nostri produttori".

Chi ha il polso della situazione dell’export maremmano è Gabriele Zappelli, manager di Grosseto Export (100 milioni di fatturato per le aziende associate) che proprio in questi giorni si trova insieme a 4 cantine associate al Consorzio ad Houston, in Texas, per partecipare a un importante evento dedicato al food & wine italiano. Le imprese grossetane associate a Grosseto Export esportano negli Usa per 2-2,5 milioni di euro. "In questo scenario – spiega Zappelli – diventa fondamentale esplorare nuovi sbocchi, soprattutto in un momento in cui l’Europa presenta diverse difficoltà. Mercati meno battuti, come il Sud-est asiatico e il Medio Oriente, stanno registrando una forte crescita economica e rappresentano un’opportunità concreta".

Non si possono dunque considerare i possibili effetti dell’introduzione dei dazi sull’export maremmano e gli scenari possono essere due: "Uno più ottimistico – prosegue Zappelli – sulla possibilità che i dazi, se introdotti, non saranno troppo alti e penalizzanti. E comunque rimane molta incertezza. L’altro, quello peggiore, metterebbe invece in crisi molte imprese costringendole a ridurre la propria presenza negli Stati Uniti: questo accadrebbe se i dazi spingessero i buyer a chiedere forti sconti alle aziende italiane per mantenere il loro posizionamento di mercato".

Nicola Ciuffoletti