REDAZIONE GROSSETO

Deciderà la Corte di Assise. Omicidio Coli, altro capitolo: "Nuovo incidente probatorio"

L’avvocato difensore di Francesco Innocenti, che sta scontando l’ergastolo, chiede ulteriori accertamenti sugli esami tecnici, sugli orari e anche sui colpi di pistola esplosi .

Il legale di Francesco Innocenti, condannato all’ergastolo per l’omicidio del commercialista Ausono Coli avvenuto l’8 marzo 2024, ha chiesto nuovi accertamenti su accertamenti tecnici, orari e colpi di pistola esplosi, e sulla richiesta di incidente probatorio adesso dovrà decidere la Corte di Assise del tribunale di Grosseto. E’ quanto ha deciso la Corte di Cassazione al quale l’avvocato Stefano Giorgio del Foro di Roma aveva presentato ricorso contro la decisione della Corte di Appello di Genova che aveva respinto la richiesta – appunto – di procedere a nuove analisi. La Cassazione però non è entrata nel merito della questione: ha rimandato tutto alla Corte di Assise grossetana. Nel caso la richiesta fosse accolta, si andrebbe verso la revisione del processo, opportunità mai accordata in passato di fronte ad analoghe richieste.

Francesco Innocenti, condannato all’ergastolo con sentenza del 6 marzo 2006, si è sempre proclamato estraneo al fatto. Adesso sta scontando la pena nel carcere di Volterra, ma gode di un regime che gli consente di lavorare per una cooperativa. La sentenza lo ha riconosciuto colpevole dell’omicidio del commercialista che era stato nominato curatore del fallimento dell’azienda di cui era titolare il padre (era una società in accomandita) alla morte del quale il professionista aveva chiesto l’estensione della procedura nei confronti del figlio Francesco. Questo – secondo i giudici – i motivi alla base dell’omicidio.

Secondo la richiesta di nuovi accertamenti presentata dall’avvocato difensore, però, ci sono elementi che devono essere rivalutati. Tre in particolare.

Il primo è lo "Stub", l’esame sulla presenza di polvere da sparo sulle mani di Innocenti che risultò positivo e che invece, per questioni di tempo, non può essere attendibile. Il secondo riguarda l’orario dell’omicidio (che i giudici collocano fra le 13.30 e le 13.40) e il terzo sono i colpi esplosi: tre secondo la testimonianze, sei quelli trovati invece nello studio.