
L’inchiesta avviata dalla Procura di Grosseto sul trattamento dei fanghi nel depuratore di San Giovanni, che contesta il reato di inquinamento ambientale, nasce dalla mobilitazione di decine di cittadini che si sono rivolti direttamente alla Procura. Le analisi dei carabinieri avrebbero accertato "reiterati superamenti dei limiti emissivi in atmosfera di acido solfidrico e ammoniaca – tipici delle fermentazioni anaerobiche – e scarichi in acqua di fanghi con idrocarburi, metalli pesanti e azoto nitroso superiori ai limiti consentiti". Nei mesi scorsi il comitato "Grosseto Aria Pulita", Italia Nostra e il Forum Ambientalista hanno incontrato due volte i responsabili di Acquedotto del Fiora, che gestisce il depuratore di San Giovanni. "Durante gli incontri – scrivono i rappresentanti del comitato – abbiamo appreso la notizia che nell’area dell’impianto di depurazione è in via di costruzione il nono impianto a biogas del comune di Grosseto, il quale andrebbe a sommare le proprie emissioni in atmosfera alle centinaia di tonnellate di gas combusti emesse ogni giorno dall’insieme degli altri otto impianti che circondano la città. In occasione di questi incontri abbiamo sostenuto la necessità di scelte tecnologiche migliori, socialmente più utili e ambientalmente meno impattanti, che si sarebbero potute realizzare qualora, in fase di scelta, si fosse aperto un confronto pubblico con tecnici, ordini professionali e associazioni di categoria". Secondo il Comitato "alla fermentazione anaerobica dei fanghi per bruciarne il metano impuro e produrre quel poco di elettricità abbiamo proposto – dicono – la fermentazione aerobica per produrre compost di qualità da cedere agli agricoltori locali in modo da riportare sostanza organica nei terreni, nutrendoli, poiché hanno un bisogno urgentissimo di colloidi naturali capaci di resistere all’erosione laminare causata dalle piogge intense. Ecco che, in occasione di investimenti effettuati da società che svolgono servizi di pubblica utilità, prima ancora che siano individuate le soluzioni, quando le scelte sono ancora possibili, un’Amministrazione seria dovrebbe coinvolgere le associazioni professionali, quelle di categoria, i cittadini e i tecnici".
AdF intanto esprime "massima fiducia nella giustizia e nel lavoro degli inquirenti cui sta assicurando la piena collaborazione ed auspica di poter fare ampia chiarezza sui fatti".