
Nell’asta pubblica indetta dalla Provincia di Grosseto, dove sono stati aggiudicati alla società La Pioppa, di proprietà del gruppo Farchioni, 49 lotti di terreno pubblico, per una superficie di ben 950 ettari, ricadenti in parte nella Riserva naturale regionale Diaccia Botrona e in parte nella contigua zona del Padule Aperto. Un gruppo di ambientalisti grossetani (Luca Passalacqua del Wwf, Claudio Martelli per il Gruppo ornitologico maremmano, Guido Celloni per il Cerm (Centro rapaci minacciati), Roberto Barocci per il Forum Ambientalista e Michele Scola di Italia Nostra), ha deciso di scrivere una lettera alla Provincia, all’assessorato all’ambiente della Regione, ai Comuni di Grosseto e Castiglione, al Ministero della Transizione Ecologica, il Dipartimento per il Personale, la Natura, il Territorio e il Mediterraneo, la Direzione generale dell’Ambiente della Commissione europea, al segretariato Generale della Convezione di Ramsar (Ramsar Bureau) e all’agenzia del Demanio, per cercare di bloccare la vendita. "Quell’area – affermano – ha un rilievo internazionale per lo svernamento di tanti animali anche molto rari. L’aggiudicazione di tali terreni all’asta ha suscitato la nostra forte preoccupazione, come dimostrano le oltre 30.000 sottoscrizioni ricevute in pochi giorni sulla petizione da noi lanciata".
Poi aggiungono: "Se un’operazione di cessione di beni pubblici poteva avere una ragione quando l’obiettivo principale della politica economica europea e, di conseguenza, nazionale, era quello della riduzione del debito pubblico, crediamo che oggi sia molto più opportuno utilizzare la proprietà pubblica per il raggiungimento di obiettivi diversi, come quelli previsti dalla strategia della Ue". Gli ambientalisti sono poi preoccupati "sulle possibilità di utilizzo a terreni agricoli dell’imprenditore Farchioni". "Riteniamo anche assolutamente insufficienti le rassicurazioni espresse dal presidente della Provincia, Vivarelli Colonna, che ha garantito un generico controllo sull’attività dell’acquirente e questo anche alla luce di dichiarazioni sui social di suoi sostenitori, che vedono nell’acquisto da parte dei privati un’opportunità di "valorizzazione. Chiediamo quindi che la proprietà dell’area resti pubblica, non essendosi ancora formalizzato il trasferimento, insomma bloccate la vendita".