Discriminazione sul lavoro: "Una cosa inaccettabile"

La consigliera regionale Donatella Spadi (Pd) critica l’atteggiamento del Comune per la mancata assunzione a tempo determinato di un’architetta.

Discriminazione sul lavoro: "Una cosa inaccettabile"

Donatella Spadi

MONTE ARGENTARIO

Continua a tenere banco la storia della mancata assunzione dell’architetta al Comune di Monte Argentario, con l’ente che ha già annunciato che farà ricorso contro la sentenza emessa dal tribunale di Grosseto.

Il Comune è stato condannato al risarcimento del danno patrimoniale subito dalla ricorrente (18mila euro) al pagamento di altri 8mila per danno non patrimoniale, oltre a 4800 euro per le spese legali. Sulla vicenda è intervenuta la consigliera regionale del Pd Donatella Spadi.

"Un comportamento inaccettabile del Comune – dice –. Non è pensabile, nel 2024, assistere ad azioni così discriminatorie verso un lavoratore nel pieno dei propri diritti. Questo è ancora più grave in quanto è un ente pubblico a comportarsi così".

Con queste parole la consigliera Donatella Spadi si è espressa sulla vicenda che ha coinvolto la giovane architetta che aveva vinto un concorso nel giugno 2023 al Comune di Monte Argentario, per un incarico della durata di 24 mesi, e che poi non è stata assunta per aver chiesto un congedo parentale per assistere il figlio piccolo.

"Ho appreso con sgomento la storia dell’architetta – ha proseguito Spadi – alla quale è stato annullato il contratto con il Comune. La giovane aveva vinto un concorso come istruttore direttore tecnico, dopo aveva chiesto un congedo parentale di 20 giorni per seguire il figlio di 3 mesi mentre il marito stava assistendo il padre in fin di vita. Una richiesta normale e nel pieno dei propri diritti che però non solo è stata negata, ma che ha motivato l’annullamento del contratto da parte del Comune. La motivazione data dal responsabile del personale è sconvolgente: non si sarebbe proceduto all’assunzione di donne in stato di maternità poiché, per effetto dei permessi e dei congedi legati a tale condizione, il Comune si sarebbe trovato in una situazione di difficoltà organizzativa. Bene ha fatto il tribunale di Grosseto a condannare l’amministrazione, dando ragione alla donna e stabilendo un risarcimento, definendo quanto successo come un comportamento discriminatorio di genere. Un ennesimo grave episodio di discriminazione nei confronti delle donne. Come donna e come cittadina della Maremma mi sono sentita profondamente offesa dal comportamento del Comune. Non è possibile violare i diritti di una persona con tanta leggerezza, l’Italia deve cambiare passo".