Diecimila stagionali dell’agricoltura alle prese con le domande di disoccupazione. Sono settimane di intenso lavoro anche per gli sportelli sindacali che si occupano di ammortizzatori sociali. In questi giorni, infatti, è necessario che tutti i lavoratori con contratto a tempo determinato che sono fermi perché è la natura stessa che si ferma presentino domanda per ottenere, a giugno, una indennità di disoccupazione che non funziona come quella degli altri settori produttivi. "I braccianti agricoli a tempo determinato quando finiscono di lavorare non possono accedere all’indennità di disoccupazione con le stesse modalità di altro tipo di lavoratori perché non ne hanno diritto – dice Federico Capponi, segretario confederale provinciale della Uil Grosseto –. Per loro c’è la disoccupazione agricola le cui domande iniziano a essere accettate dopo il 31 dicembre di ogni anno. I nostri uffici, come quelli di Inps e di tutti gli altri sindacati e associazioni che si occupano della materia in questi giorni sono sotto pressione proprio perché i lavoratori stagionali in Maremma (parliamo sempre del settore agricolo) sono in un numero consistente e dunque è di un certo rilievo anche la mole di pratiche da lavorare. Si consideri inoltre il fatto che una sola pratica è piuttosto complessa e porta via molto tempo. La disoccupazione agricola è un ammortizzatore sociale che va a coprire, sia dal punto di vista retributivo, sia da quello contributivo, le giornate non lavorate nell’anno precedente dal bracciante agricolo stagionale. Le liquidazioni, solitamente, avvengono a giugno. È un fenomeno importante, questo della disoccupazione agricola per la provincia di Grosseto, perché le persone interessate sono davvero molte. Per presentare domanda c’è tempo fino al 31 marzo".
Cronaca‘Disoccupazione: 10mila domande’