
I rumors attorno al tratto di pusta ciclabile che sta nascendo in viale Porciatti fino all’incrocio con via Derna e quindi al collegamento con il Vallo degli Arcieri non accennano a placarsi, almeno in una parte di grossetani di continuano a prsi domande e a criticare l’installazione sui socialnetwork o al bar. La critica più pungente adesso riguarda i cordoli di cemento armato che sono stati predisposti per delimitare la nuova pista ciclabile dalla carreggiata riservata al flusso delle automobili. Secondo i più sarebbero pericolosi, sia per gli automobilisti, sia per i ciclisti. La Nazione ha interpellato sull’argomento Angelo fedi, presidente dell’associazione Fiab Grosseto Ciclabile. "È un bene che le piste ciclabili siano realizzate nel sedime stradale, piuttosto che sui marciapiedi" chiarisce subito Fedi. "C’è una logica di fondo con cui biosgna fare i conti – aggiunge – O ci interessa portare meno macchine dentro alla città e rendere la stessa più sostenibile e a dimensione di cittadino, oppure non ci interessa. Sono scelte. Se si compie la prima è necessario essere conseguenti. La separazione fisica tra pezzo di strada dedicato alle automobili e pezzo di strada dedicato alle biciclette è fondamentale e ineluttabile ai fini della sicurezza dei clisti in primis e degli automobilisti poi, trattandosi di una pista a doppio senso di marcia. Questa sperazione è prevista e disposta dal codice della strada. Viene realizzata con blocchi di cemento perché così deve essere. L’automobilista ha la percezione di un restringimento della corsia e dunque modera la velocità. In realtà lo spazio a sua disposizione è lo stesso di prima, perché la pista e i cordoli occupano lo spazio di stalli di sosta. Che nel caso di via Porciatti non vengono a diminuire visto che il parcheggio Amiata è utilizzat solo al 20%". Bisogna quindi capire che città si vuole, poi si protesta.
anfa