Per tutte le volte che ti sei sentita di troppo, ma anche "troppo" poco, perché tu non perda mai la fiducia in te stessa. Questi i pensieri che sono emersi attraverso le testimonianze dirette delle voci femminili nel mondo del lavoro e rivolte alle giovani generazioni per scardinare gli stereotipi di genere. Questo l’obiettivo dell’evento "Storie di vita. Donne imprenditrici si raccontano", che si è svolto ieri organizzato dalla Camera di Commercio della Maremma e del Tirreno.
Gli studenti del Fossombroni hanno incontrato professioniste e imprenditrici. E da quanto è emerso sembra che la corsa alla parità sia ancora a metà. "E’ fondamentale tradurre in azioni concrete la cultura della parità di genere – afferma Riccardo Breda presidente della Camera di Commercio della Maremma e del Tirreno –. E’ importante parlare alle nuove generazioni ed orientarle ad un diverso modello di visione della donna".
"Tali esperienze sono molto importanti e si collocano nel solco dell’educazione civica – afferma Gabriele Marini dirigente dell’Ufficio scolastico della provincia di Grosseto –. È a partire dalla scuola in collaborazione con il territorio che si lavora sull’educazione al rispetto e sul superamento degli stereotipi di genere portando a compimento il dettato costituzionale dell’eguaglianza sostanziale. L’Ufficio scolastico territoriale di Grosseto insieme alle scuole è impegnato in questa direzione in linea con quanto promosso a livello di Ministero dell’Istruzione e del Merito con l’obiettivo di superare sulle discipline tecniche e scientifiche il gap di genere".
"Molto spesso i ragazzi hanno una visione non reale della donna imprenditrice – ha detto Francesca Marcucci componente della giunta camerale e presidente del Comitato consultivo imprenditoria femminile Cciaa Maremma e Tirreno –. Vogliamo dare un messaggio di rottura degli stereotipi di un modello professionale a cui una donna è abbinata".
"Sono entrata nell’azienda di famiglia subito dopo il diploma – racconta Paola Checcacci della Fam di Checcacci Sonio & C. Snc – e attaccavo francobolli e nel 1989 sono entrata nella società. Ero l’unica donna molto giovane ed ho iniziato il mio percorso. Scontrarsi con il mondo del lavoro non è stato facile ma gli anni mi hanno fatto acquisire esperienza. Sbagliare e fare errori è il modo per crescere. Non bisogna aver paura del confronto".
"Dovete cogliere in voi la vostra passione – afferma Marianna Festeggiato, dottore commercialista –, prima eravamo influenzati dalla famiglia. Per loro la commercialista era un lavoro da uomini. Per mia madre il lavoro ideale era l’insegnante, e ci sono stati condizionamenti. Voi avete più libertà di scelta, impegnatevi, approfondite e comunicate".
"C’è ancora tanto da lavorare – spiega Chantal Matassi, avvocato –. A domande dirette per sapere se a casa aiutano, tanti ragazzi hanno risposto che c’è la mamma. La donna viene vista come un’aiuto e non una risorsa. Sono riuscita a farmi spazio, anche con tante difficoltà. Anche in Tribunale sulla parità c’è ancora da lavorare, le prime volte avevo difficoltà perché dovevo farmi valere".
"Le donne devono avere la libertà di essere altro oltre ad essere mamme. Ma dentro di sé devono sapere dove arrivare, quale sia la loro aspirazione – dice Monia Renzi Bioscience research Center –. Pretendete ciò che vi meritate, siate tenaci, perché sbaglierete tante volte ma saranno le volte che avrete ricominciato a rincorrere i sogni ad essere importanti. È questa, da giovani, l’età in cui si combatte per essere noi stessi". Renzi porge poi un interrogativo semplice, ma che ha messo in difficoltà i ragazzi "Quali sono i vostri desideri?". Ecco, mai rimanere in silenzio davanti ad un sogno, è già un passo in avanti per toccarlo con mano.