MATTEO ALFIERI
Cronaca

Emorragia di banche, sportelli chiusi: è un’ecatombe. Dal 2015 perse 32 agenzie

In Maremma le filiali nel 2022 sono rimaste le stesse (116) del 2021. Ma quest’anno ha cessato l’attività l’ufficio di Banca Intesa San Paolo a Marina e sta per chiudere la Bpm a Scansano

Spariti gli sportelli bancari negli ultimi anni

Grosseto, 2 aprile 2023 –  Prosegue l’emorragia di sportelli di banche in Toscana. In regione, dal 2021 al 2022, si sono persi 57 sportelli bancari (-3,5%). La maggior parte di questi sono su Firenze (14), ma è Arezzo la provincia con la variazione negativa più alta (-5,88%, pari a 9 sportelli). Una emorragia che continua: nei sette anni precedenti, dal 2015 al 2022, la Toscana ha perso 697 sportelli (-30%), la maggior parte di quali sempre su Firenze (188) con la variazione negativa più alta a Prato (-40,4%, pari a 46 sportelli).

Lo dicono i dati di Banca d’Italia sul settore, confermando un pericoloso trend in corso da tempo sulla desertificazione bancaria. Testimoniato anche dai numeri sugli sportelli per 100mila abitanti: nel 2021 in Toscana erano 44, nel 2022 43 (variazione -2,2%). In questa classifica, la provincia con la variazione negativa più alta (-6,5%) è Livorno, che passa da 46 sportelli per 100mila abitanti a 43. Aumentano anche i comuni non "bancati" (cioè senza filiali né banche). Emorragia contenuta anche a Grosseto. Se nell’ultimo anno non si sono persi sportelli (116), nel 2015 gli sportelli erano 148 che fa attestare una percentuale di -21,6%. Ma ecco qual è il quadro degli ultimi anni in Maremma, 2022: 116 sportelli, 116 (2021), 123 (2020), 128 (2019), 134 (2018), 145 (2017) e 146 (2016).

"I dati continuano a segnalare un calo della presenza degli sportelli bancari – ha detto Paolo Cecchi, segretario regionale Fisac Cgil – Ad esso segue la diminuzione dei dipendenti bancari di quasi il 10%, dato più alto della media nazionale. Nonostante la forte crescita degli utili delle principali banche del nostro paese nel 2022, che complessivamente si ragguagliano a oltre 13 miliardi, va avanti senza sosta il processo di desertificazione di ampie zone della nostra regione. La Fisac continua a denunciare quanto sta accadendo nell’organizzazione territoriale delle banche perché non si può, in virtù dell’efficientamento, privare intere comunità dell’accesso ai servizi bancari, non ultimo il credito, una situazione grave che va a detrimento di tutto il nostro territorio regionale. E’ inaccettabile assistere inermi a questo processo".

Polemiche dunque, anche in Maremma. Nell’ultimo anno infatti, dopo la chiusura della filiale di Intesa San Paolo a Marina , è esploso proprio in questi giorni il caso della Bpm a Scansano . A denunciare il prossimo disservizio è il sindaco, Maria Bice Ginesi. "Da pochi giorni è stato comunicato ufficialmente la chiusura della filiale Bpm a Scansano – ha iniziato il primo cittadino –. Ci sembra doveroso chiedere ai vertici Bpm un ripensamento visto che adotteremo una deliberazione del Consiglio comunale.

Si parla tanto di rivitalizzazione delle aree marginali, come tante ce ne sono nel nostro territorio, inventando strumenti contro lo spopolamento, ma come si fa a fermare l’esodo dai nostri paesi se continuano ad essere tolti i servizi? Tutti i servizi: dalla sanità, ai trasporti, e tanto altro. Chiediamo pertanto – chiude Maria Bice Ginesi – agli organismi competenti della Bpm di ritornare sulle decisioni prese, considerando anche il fatto di come la filiale di Scansano non sia in sofferenza, ma anzi goda di ottima salute".