Luca Mantiglioni
Cronaca

Il nodo delle energie rinnovabili. In Maremma il vento è contrario: “Si produce già più del consumo”

Grosseto, i rappresentanti delle comunità locali hanno incontrato l’assessora regionale Monni. “Noi sindaci ci dissociamo da progetti piovuti dall’alto, questa nuova legge non ci aiuta affatto”

L’assessora regionale Monia Monni

L’assessora regionale Monia Monni

Grosseto, 11 gennaio 2025 – Si va dalla posizione della Regione che punta sul fatto di aver pensato una legge in grado di tirare il più possibile dentro alle decisioni gli enti locali fino alle osservazioni di alcuni sindaci che sì, sarà stato pure questo l’obiettivo, ma la realtà è quella di veder nascere sui territori impianti industriali nonostante il parere contrario di amministratori e cittadini che quei territori li vivono. Senza contare gli sbuffi del “Gruppo d’intervento giuridico” che parla di “cervelli all’ammasso della vulgata dell’ambientalismo politicamente corretto” che porteranno la Maremma a diventare “una banale zona industriale”. Nel mezzo il pensiero di altri sindaci, quelli che non sono comunque né contenti né ottimisti ma che alla fine ritengono che almeno questa proposta di legge regionale “limiterà” i danni.

L’assessora Monia Monni ieri è arrivata a Grosseto per spiegare il progetto di legge riguardante l’individuazione delle aree idonee e non idonee per l’installazione di impianti di produzione di energia rinnovabile ribadendo – appunto – che l’obiettivo è proprio quello di coinvolgere più possibile Province e Comuni, cercando di trovare “ingressi” nel corpo della legge nazionale. “La Toscana – ha detto Monni – non è protagonista in questa importante fase di rivoluzione energetica, ma vogliamo che il procedimento sia condiviso da tutti i territori, per questo abbiamo coinvolto Province e Comuni nei processi decisionali di individuazione delle aree idonee”.

“La Provincia di Grosseto – dice il presidente Francesco Limatola – è al fianco dei Comuni. Ha una forte sensibilità per le energie rinnovabili ma è contraria ai tentativi di speculazione e sfruttamento selvaggio del territorio”.

“Del resto la Maremma, grazie alla geotermia, produce già più energia da fonti rinnovabili di quanto ne consumi – sottolinea Gianfranco Chelini, sindaco di Capalbio –. Inoltre il nostro territorio ha un modello di sviluppo basato proprio su un ambiente che dà spazio a distretti biologici e parchi”.

“Io mi dissocio da progetti piovuti da cielo da realizzare qui per poi essere messi al servizio di centri metropolitani – tuona Mirco Morini, sindaco di Manciano –. Questa legge non ci aiuta e sono sconvolto da ciò che è emerso in questo incontro: nessun sindaco potrà decidere lo sviluppo del suo territorio, questa è la realtà”.

“Capisco l’intento della Regione – commenta Gabriele Fusini, sindaco di Magliano – ma ho chiesto che non si pensi di caricare troppo la nostra provincia sollevando dallo stesso impegno le zone più energivore della Toscana come Firenze, Prato e Pistoia. Per anni, a causa della mancanza di molti servizi, fra i quali le infrastrutture e industrie, siamo stati quasi obbligati a pensare un tipo di sviluppo basato su turismo, agricoltura e ambiente protetto e adesso dovremmo buttare tutto all’aria ospitando mega impianti?”.

“Io vedo soprattutto un assalto al nostro territorio – dice Maria Bice Ginesi, sindaca di Scansano, terra del Morellino – E lo vedo soprattutto attraverso impianti che nulla hanno da spartire con questa terra e che di sicuro non porteranno ricchezza a chi ci vive. Vogliamo chiamarla speculazione?”.