Grosseto, 12 ottobre 2024 – Risparmiare energia, diversificare gli approvvigionamenti e accelerare la transizione verso l’energia pulita. Tre punti del Repowereu che nella teoria piacciono a tutti ma che nella pratica incontrano diverse opposizioni, anche perché per attuarli bisogna che in primo luogo i territori scendano a compromessi con le rinnovabili. Compromessi a cui ad oggi, all’avanzare di decine di progetti di parchi eolici, la Maremma ha deciso di non cedere. È evidente insomma che per ogni progetto di grande impianto eolico che viene pubblicato sul sito del Mase (Ministero dell’Ambiente della Sicurezza Energetica) c’è un sindaco pronto ad alzare barricate in nome della difesa del paesaggio e dell’ambiente. Per Legambiente non si può dire di no a priori e cioè, se si vuole veramente abbandonare i combustibili la strada è una e una soltanto: affidarci alle fonti rinnovabili.
“Il punto è che, al momento, gli impianti Fer fanno fatica a trovare casa in tutta la regione, non da ultima la Maremma. – dice Angelo Gentili di Legambiente –. Non c’è dubbio che dobbiamo andare verso la direzione delle rinnovabili, poi è chiaro, ogni progetto va visto e va calato nel contesto, va capito se può inserirsi bene oppure no, i progetti vanno studiati e vanno premiati i migliori. Quello che diciamo noi è che non si può dire di no a tutto”. Nell’opinione di Legambiente, una decisa accelerazione nell’installazione delle rinnovabili e la realizzazione capillare delle Comunità Energetiche Rinnovabili sono le uniche alternative per fare in modo che il territorio possa dirsi pienamente protagonista della transizione ecologica e della riduzione drastica delle emissioni climalteranti quanto mai necessaria per cercare di fermare la febbre del Pianeta. “La dimensione dell’eolico ad oggi rappresenta il tipo di energia rinnovabile che può creare occasioni di sviluppo – dice Gentili –. Ci sono molte aree del mondo dove le pale convivono con l’agricoltura e non deturpano l’ambiente. L’innovazione non è sempre figlia di un impatto paesaggistico. Quello che vorrei far capire è che le rinnovabili sono un nostro amico fortissimo per contrastare la profonda crisi climatica che ci sta colpendo”. Per Legambiente l’approccio difensivo dei territori può rischiare di paralizzare l’intero processo di transizione, occorre dunque per Gentili pianificare al meglio il processo, creando progetti di alto valore tecnologico e perfettamente integrati con il paesaggio e le aree rurali. Da parte di Legambiente, i riflettori sono accesi sui progetti di agrivoltaico.
“È sicuramente un tipo di tecnologia – spiega Gentili – che permette una forte integrazione tra produzione energetica da rinnovabili e attività agricola”. La Regione Toscana sta studiando le aree idonee al Fer (acronimo di Fonte Energie Rinnovabili) e in questo percorso ha in dialogo aperto con Legambiente. “Diamo suggerimenti e implementazioni. Importante è una programmazione dettaglia e comunque – conclude Angelo Gentili - laddove è presente una pala eolica che gira io la preferisco a una ciminiera che brucia”.