MATTEO ALFIERI
Cronaca

È morto l'attore e regista Eugenio Allegri, ucciso da un malore improvviso

Era il direttore artistico della Fonderia Leopolda. L’assessore Catalani: "Sei anni di crescita grazie a lui"

Eugenio Allegri è morto a 66 anni, a seguito di un malore

Follonica (Grosseto), 8 maggio 2022 - È morto venerdì sera, all’età di 66 anni, l’attore e regista Eugenio Allegri, a seguito di un malore improvviso. Allegri è stato il primo, e finora unico, direttore artistico del Teatro Fonderia Leopolda di Follonica. Nato a Collegno e diplomato nel 1979 alla Scuola Galante Garrone di Bologna, Eugenio Allegri è stato attore e regista di riconosciuto talento, lavorando, fra gli altri, con Leo De Berardinis, Dario Fo, Gabriele Vacis, Vittorio Franceschi e Leo Muscato.

Il suo volto e la sua voce sono indissolubilmente legati a Novecento di Alessandro Baricco, che ha portato in scena per oltre vent’anni sui palcoscenici italiani ed europei.

Nel 2009 aveva riaperto il Teatro Carignano appena restaurato come protagonista dello Zio Vanja di Anton Cechov, diretto da Gabriele Vacis, che nel 2012 lo scelse anche per Rusteghi di Goldoni. Nel 2016 aveva accettato la sfida di Dario Fo di dirigere il giovane Matthias Martelli in una nuova e apprezzata versione di Mistero Buffo, prodotta dal Teatro Stabile di Torino, e nel 2017 era tra gli interpreti principali dell’adattamento teatrale de Il nome della rosa di Umberto Eco, diretto da Leo Muscato.

"Con Eugenio Allegri scompare uno degli artisti che più hanno contribuito alla crescita culturale della nostra città negli ultimi anni – scrive l’amministrazione comunale di Follonica – un uomo gentile e pacato, che ha sempre messo a disposizione con generosità il suo grande talento e la sua professionalità. La sua carriera è stata lunga e piena di successi e Follonica, che lui definiva sorprendente, prodigiosa e magnetica, negli ultimi anni, lo ha sempre accolto con calore ed entusiasmo.

Grazie a Eugenio per aver contribuito alla crescita e all’affermazione del Teatro Fonderia Leopolda. Siamo vicini alla sua famiglia con tutto l’affetto possibile". Scossa dalla notizia anche l’assessore alla cultura del comune di Follonica, Barbara Catalani: "Siamo rimasti frastornati – dice –. Ci sentivamo spesso, dovevamo portare a termine alcune sue idee. Voleva infatti proseguire lo splendido lavoro del Festival dei canti, dove aveva portato 60 ragazzi delle scuole Superiori a una rilettura di Dante, reinterprentandolo in maniera diversa. Un lavoro straordinario che era piaciuto tanto agli stessi ragazzi. Quello che ha dato alla città – chiude Catalani – sono stati sei anni di lavoro inestimabile. Ci metteva passione viscerale, aveva un rapporto speciale con Follonica, dalle associazioni al mondo della scuola. Un lavoro che partiva dal di dentro, analizzava i fenomeni sociali e cercava di portare a noi ricchezza e riflessioni importanti. Possiamo dire che con lui sono stati sei anni di rinascita intellettuale davvero inestimabile".