Festa di CasaPound, "il prefetto intervenga"

Deputati e senatori Dem eletti in Toscana hanno scritto una lettera.- Presa di posizione anche di Democrazia Costituzionale: "Vietiamola"

Marco Simiani

Marco Simiani

Grosseto, 25 luglio 2024 - "Sarebbe un errore permettere lo svolgimento, per la quinta volta, della festa nazionale di CasaPound a Grosseto come annunciato dalla stessa organizzazione neofascista. Per questa ragione, come parlamentari del Pd eletti in Toscana, abbiamo scritto al prefetto di Grosseto perché eserciti le sue prerogative e vieti la manifestazione". E’ quanto chiedono i deputati e senatori dem eletti in Toscana Emiliano Fossi, Laura Boldrini, Simona Bonafè, Christian Di Sanzo, Silvio Franceschelli, Marco Furfaro, Federico Gianassi, Dario Parrini, Arturo Scotto, Marco Simiani, Ylenia Zambito.

"La Toscana e Grosseto nello specifico – continuano i parlamentari – hanno pagato un prezzo altissimo durante l’occupazione nazista spalleggiata dal regime fascista. Non è accettabile che adesso, proprio qui, si svolga la festa di chi a quelle ideologie dichiaratamente si ispira e che fa della violenza uno strumento politico come dimostrano l’aggressione al giornalista della stampa Andrea Joly, qualche giorno fa a Torino, e a giugno scorso il pestaggio di quattro ragazzi della Rete studenti medie di Sinistra universitaria che tornavano da una manifestazione delle opposizioni. Nella Repubblica nata dalla Resistenza e fondata sull’antifascismo non ci può essere legittimazione per queste formazioni".

Dello stesso parere anche i rappresentanti del Comitato per la Democrazia Costituzionale di Grosseto. "Secondo noi – dicono – ci sono due ordini di motivi di allarme che si pongono alle autorità cittadine e all’intera città rispetto all’annunciato raduno nazionale che gli aderenti di Casa Pound. Il primo è di ordine pubblico, soprattutto dopo il brutale pestaggio del giornalista Andrea Joly. Il secondo è di natura politica. Il Comune, per primo il sindaco, è stato da più parti nel recente passato chiamato a esprimere la propria adesione ai valori della democrazia e dell’antifascismo, che improntano la nostra Costituzione. È stato risposto che questo era implicito nel fatto di aver giurato sulla Carta Costituzionale. Ecco questo è il momento di passare dalle affermazioni retoriche ai fatti. Vivarelli Colonna non può ipocritamente nascondersi dietro la libertà di pensiero, costituzionalmente tutelata. Abbia il coraggio civile di rispondere alle domande precise, che gli ha rivolto l’assessora regionale alla cultura della memoria, Alessandra Nardini: cosa pensa di Casa Pound?".