Orbetello (Grosseto), 18 febbraio 2025 – Da allarme ambientale ad allarme turistico il passo è breve. Una frana terrosa, localizzata in almeno due punti, incombe quasi inesorabilmente sulla spiaggetta sassosa del Cannone a Talamone, mettendo seriamente a rischio la sua fruizione balneare durante la prossima stagione estiva.

Con le copiose precipitazioni dei giorni scorsi, una grande massa di almeno 20 metri cubi di terra, si è staccata dal costone che si trova sotto le mura sul lato sinistro del faro di Talamone ed ha sbracato la rete ferrosa di mantenimento che era stata installata negli anni 90, finendo proprio sulla riva del mare dove spesso si soffermano i bagnanti. Allo stesso tempo, tra le due discese a mare che caratterizzano il sito turistico, un altro blocco di terra e piante è caduto in acqua in zona sempre frequentata da bagnanti. Un brutto affare che rischia di mettere in ginocchio i già delicati equilibri del porto garibaldino visto che gli scogli ed i ciottoli del Cannone sono meta ambita di tantissimi turisti anche perché, nonostante l’erosione costiera abbia fatto perdere almeno 5 metri di litorale in 40 anni, risultano essere l’unico sbocco al mare dove è garantita una fruizione libera della spiaggia.
In realtà questa zona non è nuova a problemi legati a crolli e cadute di detriti, così come tutto il resto della scogliera di Talamone che anche sotto la Rocca Senese e dove prima si trovava il ‘Bagno degli uomini’ (sulla destra del faro) l’accesso è già precluso da decenni. L’ultima ordinanza sulla sicurezza risale al 2019, dopo un crollo di massi dovuto ad una mareggiata nella zona più a nord dell’Arsenale, ma anche una decina di anni fa si registrò una caduta di ciottoli segnalata da una turista che portò ad un altro provvedimento di divieto di accesso. Tutti atti a cui, purtroppo non sono mai seguite manutenzioni od interventi di messa in sicurezza: ne è testimone la rete a maglie di ferro che dovrebbe trattenere le frane che è ormai vistosamente rugginosa ed usurata, così come le balaustre ed il muretto che erano stati costruiti alla fine degli anni 90.