Grosseto, 10 aprile 2025 – Non era un’esibizione, uno show nel senso tecnico del termine, era un’attività di addestramento. Ma nessuno ha probabilmente notato la differenza. Certo, la bellezza delle evoluzioni ha soddisfatto il piacere degli occhi, ma è forse il lato emotivo ad essere coinvolto per primo quando te ne stai con il naso all’insù a guardare cosa certi piloti sono in grado di fare alla guida un jet. ’Certi’ piloti, non tutti. E questi piloti ieri mattina hanno portato i loro ’Mb-339’ a volteggiare – sì, non semplicemente ’volare’, ma ’volteggiare’ – nello spazio aereo sopra la città. Non era uno show, ma un’esercitazione, ma quando lo sguardo incontra la livrea inconfondibile delle Frecce Tricolori non ragioni più con la testa, ma con il cuore, appunto. Perché, come è stato detto al loro comandante Franco Marocco ieri a fine attività, le Frecce Tricolori non passano mai di moda.

“Questo è un complimento che fate all’intera pattuglia acrobatica – dice il colonnello –. Le Frecce Tricolori non passano mai di moda perché sono custodi di un patrimonio culturale che è tutto italiano. Oggi (ieri per chi legge, Ndr), abbiamo svolto un’attività addestrativa inserita nel programma che ci porterà all’inizio della stagione di Air Show prevista per l’1 maggio e che culminerà il 6 e 7 settembre con l’esibizione a Rivolto, la nostra base. Per la Pan sarà una stagione speciale, perché celebrerà i 65 anni. Per noi è molto importante l’addestramento in altre sedi, in modo tale che i piloti possano prendere confidenza con un ambiente diverso da quello abituale, e poterlo fare a Grosseto è sempre un grande privilegio, perché molti dei nostri piloti in precedenza sono transitati proprio qui, nel 4° Stormo”.
Nella squadra attuale, composta da dieci velivoli, ad esempio, ci sono i capitani Alessandro Sommariva ed Emanuele Bernuzzi.
“Abbiamo avuto l’opportunità di ospitare questa attività di addestramento della Pattuglia acrobatica nazionale e l’abbiamo colta senza esitazione – dice il colonnello Davide Dentamaro, comandante del 4° Stormo –. Lo abbiamo fatto visto ciò che significa e visto il legame che c’è con il nostro territorio”.

Un legame strettissimo e dai contorni quasi fiabeschi. Quando nel 1961 lo Stato Maggiore dell’Aeronautica decise di creare a Rivolto il Nucleo Speciale Acrobatico (poi divenuto il 313° Gruppo Addestramento Acrobatico), il compito fu affidato a Mario Squarcina (all’epoca con il grado di maggiore) e i primi velivoli che andarono a costituire la ’squadra’ furono sei North American F-86 Sabre della 4ª Aerobrigata decollati da Grosseto. Sulle loro code c’era l’emblema del Cavallino Rampante – quello del 4° Stormo –, per cui si decise che i velivoli della pattuglia acrobatica avrebbero preso il nome in codice di ’Pony’.

E’ storia. Ma ancor prima di questo è un legame affettivo, vero, saldissimo, perfetto. Perfetto come il volo in formazione dei dieci ’Pony’ distanti fra loro, quando li guardi con il naso all’insù, appena due metri. Non era uno show, era un addestramento. Ma nessuno ha notato la differenza.