NICOLA CIUFFOLETTI
Cronaca

Fronte fotovoltaico: "Gli impianti a terra?. Solo speculazione"

La cooperativa: "Invadono gli spazi dell’agricoltura"

Massimo Carlotti, presidente della cooperativa Terre dell’Etruria, interviene nel dibattito sugli impianti fotovoltaici

Massimo Carlotti, presidente della cooperativa Terre dell’Etruria, interviene nel dibattito sugli impianti fotovoltaici

Impianti fotovoltaici su terreni agricoli? No, grazie. La posizione del presidente della cooperativa Terre dell’Etruria Massimo Carlotti, si inserisce nel vivace dibattito sulle rinnovabili. Vivace in Toscana e soprattutto in Maremma dove di recente sono piovuti progetti di fotovoltaico e di parchi eolici in diversi comuni del grossetano.

Presidente, ci può dire qualche numero della Cooperativa? "Siamo presenti in gran parte delle province toscane, da Firenze a Pistoia, da Livorno a Grosseto passando per Pisa e Siena, abbiamo circa 300 dipendenti e un fatturato che si aggira intorno agli 80milioni di euro. Nelle nostre due centrali ortofrutticole di Venturina terme e Braccagni operano mediamente oltre 100 lavoratori, in maggioranza donne".

In questi ultimi mesi stanno piovendo progetti di fotovoltaico. Cosa ne pensa? "Dico che se questa è sostenibilità, noi siamo contrari. Sto parlando della produzione di energia da pannelli posizionati a terra, fotovoltaico o agrivoltaico cambia poco".

Perché? "Stiamo discutendo di un vero paradosso che diminuisce la biodiversità, occupa spazi destinati alla produzione di cibo, stravolge l’immagine delle nostre campagne e del paesaggio. Come Cooperativa Terre dell’Etruria da subito ci siamo schierati dalla parte di chi non vuole questo modello di transizione energetica. Siamo al fianco dei nostri agricoltori, del loro diritto di abitare e lavorare nei propri campi, di far crescere i propri figli in uno contesto che sappia coniugare vivibilità ed innovazione".

Ma lei non è favorevole alla produzione di energia rinnovabile da fonti rinnovabili? "Si che lo sono, ma sono contrario alle speculazioni. Terre dell’Etruria ha installato già dal 2020, sui tetti dei propri magazzini, pannelli fotovoltaici, quando ancora i contributi pubblici non venivano concessi, coprendo oltre 4000 metri quadrati di superficie con risorse proprie".

Quindi questi pannelli da qualche parte vanno pur messi se vogliamo andare incontro a un po’ di indipendenza energetica? "Per il fotovoltaico, i pannelli vanno messi sui tetti, nelle aree industriali dismesse, nelle zone non utilizzabili e non utili ai fini ambientali ed agricoli".

Quali sono secondo lei le conseguenze negative di uno sviluppo incontrollato del fotovoltaico? "L’occupazione di suolo coltivabile si riduce, la copertura di ampie superfici con pannelli altera il paesaggio rurale e poi quasi tutte le installazioni vengono realizzate senza una pianificazione adeguata, privilegiando il profitto immediato rispetto all’equilibrio tra energia e agricoltura".

Cosa vuole chiedere alla politica? "Che vengano annullate anche le autorizzazioni fin qui concesse che non tengano di conto delle aree agricole circostanti dove insistono produzioni a denominazione di origine (Dop, Igp, Docg)".

Nicola Ciuffoletti