Gessi rossi, la svolta. Approvata la variante per lo stoccaggio permanente

Il Consiglio comunale ha ratificato con il voto all’unanimità la vendita di dieci ettari suddivisi in 7 lotti a piè di fabbrica. Faenzi chiede spiegazioni: “ Certezze sullo stato delle bonifiche”

La crisi Venator

La crisi Venator

Scarlino (Grosseto), 19 settembre 2024 – Potrebbe essere la volta buona per la vicenda relativa alla discarica da realizzare nell’ex bacino “Fanghi Solmine”. Il Consiglio comunale di Scarlino (all’unanimità) ha infatti approvato la variante urbanistica per lo stoccaggio permanente dei gessi rossi nei dieci ettari di terreno che sarà venduto a Venator (sette lotti in maniera progressiva) attraverso una procedura pubblica alla Venator, che sta cercando una soluzione per lo scarto della lavorazione del biossido di titanio che viene prodotto proprio nella multinazionale chimica del Casone.

“Questa variante – spiega l’Amministrazione comunale –, insieme all’atto integrativo della concessione del 2023 consentirà a Venator di avere uno spazio dove depositare i gessi rossi in attesa del progetto della Vallina. La nostra Amministrazione comunale è sempre stata presente in questa vicenda in primo luogo per tutelare i posti di lavoro diretti e dell’indotto del polo chimico del Casone”. “Durante la compravendita dei terreni sarà anche concordato un equo ristoro a tonnellata depositata nel terreno venduto, denaro che, insieme al compenso ottenuto dalla cessione, entrerà nelle casse comunali e sarà investito in altri progetti”.

“Crediamo - ha aggiunto il sindaco Francesca Travison - che con questa operazione il Comune abbia fatto tutti gli sforzi possibili per salvaguardare l’occupazione della piana di Scarlino, sforzi che speriamo trovino risposta nelle future scelte dell’azienda. Chiaramente, non da meno rispetto alla tutela occupazionale, vigileremo affinché siano rispettati i termini della concessione per ciò che riguarda la tutela ambientale, altro aspetto sul quale l’attenzione resta altissima”. Nonostante il voto all’unanimità, comunque, non sono mancate le richieste di chiarimento. Una arriva da Monica Faenzi (capogruppo di Scarlino Futura) che ha esortato l’amministrazione ad attenersi a quanto riportato nel Censimento del Piano regionale di Bonifica previsto dalla Legge regionale 25/98 diffuso da Arpat qualche mese fa.

“Il progetto in esame - ha detto - sia su quella esterna ad essa, da parte del Comune di Scarlino, in qualità di Soggetto obbligato, si dovrebbe produrre adeguate indagini investigative che attualizzino le informazioni sul sito”. “All’amministrazione chiediamo quindi di attenersi a quanto diffuso da Arpat, monitorando e soprattutto tutelando la qualità delle falde di quel terreno già ampiamente deturpato. Il nostro interesse nel tutelare i posti di lavoro di Venator e del relativo indotto è quindi indubbio, ma ci aspettiamo rigore sullo stato delle bonifiche e rispetto delle regole”. La data fatidica adesso è quella di lunedì prossimo. “Non è un procedimento di competenza comunale - ha chiuso il primo cittadino - Lunedì 23 settembre si riunirà la conferenza dei servizi per il Paur (Procedimento autorizzatorio unico regionale) e saranno gli organi preposti in quell’occasione ad esprimersi sulle disposizioni da seguire”.

Matteo Alfieri