
La grossa barca nell'area protetta dell'isola di Giannutri (Foto GreenReport)
Grosseto, 31 luglio 2023 – Dopo lo yacht dello sceicco, l’assalto all’isola di Giannutri continua. Lo denuncia Legambiente Arcipelago Toscano su GreenReport.it che ha fotografato un’altra grossa barca ancorata nelle acque dell’area protetta dell’isola.
“Come già denunciato da Legambiente il 23 luglio scorso – si legge nella nota di Legambiente –, anche il 29 luglio e il 30 luglio, a Punta Secca e a Punta Ischiaiola una grossa imbarcazione di un diving si ancorava a 15 metri dalla costa buttando la seconda ancora di poppa sul fondale roccioso a 1 metro di profondità. Ricordiamo che siamo in zona 2 del Parco nazionale dell’Arcipelago toscano e che la sosta per i diving è permessa solo attraverso la prenotazione dietro pagamento, di una delle boe gialle del campo boe predisposto dal Parco nazionale proprio per loro. Altri 2 diving si ancoravano nei pressi della secca che dà il nome alla cala, a pochi metri dalla boa gialla, senza però utilizzarla, bensì buttando la seconda ancora sulla secca su un fondale roccioso di 1,5 metri di profondità. Diverse altre barche di privati ancoravano liberamente a meno di 100 metri dalle rocce emerse”.
L’associazione sottolinea che questo tipo di ancoraggio non solo è illegale ma soprattutto molto dannoso perché distrugge i fondali. I vari episodi sono stati segnalati alla Capitaneria di Porto Santo Stefano. “Di fronte a questo assalto incivile e fuori legge – tuona ancora Legambiente – ci chiediamo perché lo Stato che deve proteggere il mare di Giannutri secondo gli impegni che si è preso con il Parlamento, l’Unione europea e la Comunità internazionale continui a permettere che nel mare di Giannutri l’illegalità e l’inciviltà regnino sovrane”.