REDAZIONE GROSSETO

Ferragosto a Giannutri, scontro tra due barche. Legambiente: “Sembra Rimini, serve il numero chiuso”

L’associazione denuncia gli effetti dell’overtourism su una delle perle dell’Arcipelago Toscano

Isola di Giannutri (Grosseto), 18 agosto 2024 – Ferragosto a Giannutri, tra pesca di frodo e barche che si scontrano. Recita così l’inizio di un comunicato diffuso da Legambiente Arcipelago Toscano che denuncia gli effetti dell’overtourism su una delle perle dell’alto Tirreno. Il fatto è accaduto lo scorso 15 agosto, ma foto e video sono stati diffusi soltanto ieri.

La collisione tra le imbarcazioni (Fonte Legambiente/Facebook)
La collisione tra le imbarcazioni (Fonte Legambiente/Facebook)

"La mattina del 15 agosto 2024 – scrive Legambiente – il traghetto della Maregiglio e un charter che fa il giro delle isole, scaricano a Cala Maestra oltre un migliaio di persone, probabilmente in gran parte ignare di dove fossero davvero arrivate e forse anche di essere nel Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, cercavano un po’ di refrigerio in un’isola fragile e piccola, ma dove sembrava di essere a Rimini. Molti portavano ombrelloni pensando di potersi riparare dal sole ma sull’Isola non esistono spiagge se non 2 piccolissime cale sassose”.

La piccola spiaggia di Cala Maestra è stata così invasa da centinaia di persone. "Non sembrerebbe interessare a nessuno il fatto che siamo all’interno di un Parco Nazionale e nel Santuario internazionale dei mammiferi marini Pelagos, in una Zona di protezione speciale e zona speciale di conservazione dell’Unione europea. La pressione antropica che subisce Giannutri nel periodo estivo – prosegue Legambiente – non può essere sopportata dal fragile ecosistema dell’isola. I pericoli per il suo mare e per le persone sono sempre presenti”.

Secondo quanto denunciato dall’associazione, nel primo pomeriggio del 15 agosto un terzo charter proveniente dal suo giro delle isole ha ancorato a Cala Maestra, scaricando altre centinaia di persone. Il charter, forse per evitare la barca a vela ancorata in mezzo alla Cala (dove secondo Legambiente non doveva stare), ha perso il controllo ed è andato addosso al traghetto della Maregiglio. Sono stati attimi di panico e solo per pura fortuna non ci sono stai feriti o danni alle imbarcazioni con possibile fuoriuscite di nafta e conseguente danno ambientale.

"Si tratta ormai di una situazione è totalmente fuori controllo. Non è più possibile consentire l’arrivo ogni giorno di migliaia di persone su un’isola senza spiagge e servizi. Giannutri è invasa e i controlli sono chiaramente insufficienti. Se davvero si vuole tutelare un’isola teoricamente protetta a terra e a mare è arrivato il momento che a Giannutri venga stabilito un numero chiuso, così come si fa in altre isole e lughi delicati d’Italia, sia in zone protette che non. Non esiste alcuna ragione per non farlo. Si deve proteggere l’ambiente di Giannutri e tutelare le persone che vogliono usufruirne”, dice ancora Legambiente.

"Chiediamo al Comune dell’Isola del Giglio, al Parco Nazionale e al Ministero dell’ambiente di porre fine a quest’assalto che viola gli stessi principi della legge sulle aree protette e ogni regola e accordo sullo sviluppo sostenibile. Chiediamo di avviare subito l’iter per l’istituzione del numero chiuso, solo così sarà possibile proteggere Giannutri e consentire alle persone che la vogliono visitare, potere godere delle sue bellezze e facendolo in totale sicurezza. L’overturism agostano mordi e fuggi non è l’alternativa, è il danno”.

Sempre Legambiente denuncia anche che a Punta Secca, in zona 2 del Parco Nazionale, “diverse barche si sono ancorate per l’ennesima volta pochi metri dalle rocce buttando l’ancora sulla praterie di Posidonia oceanica, un habitat prioritario dell’Unione europea. Le imbarcazione dovrebbero rispettare il limite dei 100 metri, ma a Giannutri nessuno lo fa e nessuno sembra far rispettare una regola che vale anche fuori dal Parco. Sempre a punta Secca, in particolare nella zona di Punta Scaletta, I volontari di Legambiente hanno trovato una nassa calata sulla posidonia, in un’area dove la pesca sarebbe vietata. Ed è noto che a Giannutri la pesca di frodo viene fatta abbastanza tranquillamente perché i bracconieri marini sanno che le probabilità di venire beccati sono scarsissime”.