Domani, centoquarantacinque anni fa, nasceva a Messina Giuseppe Celi. Se il suo nome non dirà niente a molti, curiosando negli archivi si scopre che è stato un uomo delle istituzioni, legato, per un periodo, alla città di Grosseto. Giuseppe entra nell’amministrazione dell’Interno nel 1903 e, dopo alcuni incarichi tra cui rettore della provincia di Catania, nel 1932 diventa prefetto di Grosseto, dove rimane fino al 1934, quando va a ricoprire l’analogo ruolo a Padova. Nel 1939 diventa senatore del Regno, carica che mantiene fino al 1945. L’anno dopo Celi scompare, ma il suo cognome resterà impresso a tutti grazie al figlio Adolfo, celeberrimo attore e regista, che proprio a Grosseto ha frequentato il ginnasio quando il padre era prefetto. La sua vita sarà piena di avventure, tre mogli, storie incredibili e infiniti ruoli. Ma non c’è toscano che non abbia, almeno una volta, citato il professor Sassaroli di Amici miei. A soli sessantatré anni, durante un tour teatrale a Siena, Celi viene colpito da un infarto che lo porterà alla morte il 19 febbraio 1986, esattamente quarant’anni dopo la scomparsa del padre. Il Comune di Grosseto gli intitolerà una via, nei pressi del Casalone, vicino ai più grandi, come Fellini, Mastroianni, Magnani e Sordi.
Rossano Marzocchi