Grosseto, 30 ottobre 2024 – “Se non aumentiamo il prezzo del grano duro molte aziende maremmane rischiano concretamente di chiudere i battenti”. L’appello del presidente di Confagricoltura Grosseto, Attilio Tocchi, non lascia spazio alle interpretazioni e pone l’attenzione sul pericolo di perdere una produzione di elevata qualità come il cereale maremmano. “Dobbiamo premiare i nostri produttori di grano duro – afferma con forza Attilio Tocchi – non penalizzarli come è accaduto anche per il 2024, con una diminuzione del prezzo all’origine del 20%, e un autoapprovvigionamento dei produttori di pasta che scende al di sotto del 50%”.
Per Confagricoltura è fondamentale riportare l’attenzione sulla necessità di un’indispensabile tutela e rafforzamento della filiera, a partire dal riconoscere un prezzo più equo a chi sta investendo come gli agricoltori maremmani e dal cui lavoro emerge un prodotto che per caratteristiche è qualitativamente eccellente e con i tenori proteici tra i più alti d’Italia. “Per mantenere questa immagine e tale reputazione – continua nella sua riflessione il presidente di Confagricoltura Grosseto – è quanto mai necessario il rafforzamento della intera filiera e far conoscere maggiormente le prerogative di questo prodotto. Una strada non semplice a causa del clima che influisce sui raccolti di grano duro , della ridotta capacità ben lontana dal soddisfare l’industria di trasformazione”.
Per Tocchi però una cosa è certa. “Non si può mettere a repentaglio la stabilità economica dei produttori – spiega il presidente provinciale di Confagricoltura – attraendoli nel 2022 con un prezzo al quintale di 48 euro, si fanno fare loro investimenti, per poi portarne il prezzo a 27 euro nel giro di due anni”. È un sistema, quello attuale, che non può andare avanti e in questo contesto le aziende rischiano di crollare sotto il peso dell’aumento dei costi a fronte di una diminuzione dei ricavi. È anche per questo motivo che Confagricoltura nazionale ha inteso operare nella direzione di rafforzamento della intera filiera, andando ad agire in modo aggregato su più fronti, a partire dalla gestione del rischio. Confagricoltura e UnionFood hanno stretto a riguardo un accordo che mira anche a far tornare il tasso di autoapprovvigionamento ai livelli più alti, con una produzione ad elevato standard qualitativo.
“Come Confagricoltura – conclude il presidente Tocchi – riteniamo che si debbano adottare tutte quelle misure che riducano al minimo l’impatto delle restrizioni ambientali, per evitare che gli agricoltori siano costretti a rinunciare a parte delle loro attività o a ridurre ancora la produzione”. L’obiettivo insomma è trovare un equilibrio tra le esigenze ambientali promosse dalla Pac e la sostenibilità economica delle aziende agricole, per garantire la continuità del settore senza compromettere i progressi verso una produzione più verde.