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La frana dopo le ingenti piogge dei giorni scorsi, il materiale terroso è caduto su una parte della spiaggetta del Cannone, molto frequentata d’estate
ORBETELLODa allarme ambientale ad allarme turistico il passo è breve. Una frana terrosa – dovuta alle recenti incessanti piogge – localizzata in almeno due punti, incombe sulla spiaggetta sassosa del Cannone a Talamone, mettendo seriamente a rischio la sua fruizione balneare durante la prossima stagione estiva. Con le copiose precipitazioni dei giorni scorsi, una grande massa di almeno 20 metri cubi di terra, si è staccata dal costone che si trova sotto le mura, sul lato sinistro del faro di Talamone e ha sbracato la rete ferrosa di mantenimento che era stata installata negli anni 90, finendo proprio sulla riva del mare dove spesso si soffermano i bagnanti. Allo stesso tempo, tra le due discese a mare che caratterizzano il sito turistico, un altro blocco di terra e piante è caduto in acqua in zona sempre frequentata da bagnanti.
Una brutta situazione che rischia di mettere in ginocchio i già delicati equilibri del porto garibaldino visto che gli scogli e i ciottoli del Cannone sono meta ambita di tantissimi turisti anche perché, nonostante l’erosione costiera abbia fatto perdere almeno 5 metri di litorale in 40 anni, risultano essere l’unico sbocco al mare dove è garantita una fruizione libera della spiaggia. In realtà questa zona non è nuova a problemi legati a crolli e cadute di detriti, così come tutto il resto della scogliera di Talamone che anche sotto la Rocca Senese e dove prima si trovava il ’Bagno degli Uomini’ (sulla destra del faro) l’accesso è già precluso da decenni.
L’ultima ordinanza sulla sicurezza risale al 2019, dopo un crollo di massi dovuto a una mareggiata nella zona più a nord dell’Arsenale, ma anche una decina di anni fa si registro una caduta di ciottoli segnalata da una turista che portò ad un altro provvedimento di divieto di accesso. Tutti atti a cui, purtroppo non sono mai seguite manutenzioni o interventi di messa in sicurezza: ne è testimone la rete a maglie di ferro che dovrebbe trattenere le frane che è ormai vistosamente rugginosa ed usurata, così come le balaustre ed il muretto che erano stati costruiti alla fine degli anni 90.
Sabino Zuppa