Sembrava un eterno giovane il pittore Edo Cei, tanto da immaginare che non dovesse invecchiare mai e invece se ne è andato sabato scorso, in famiglia, all’età di 89 anni. Uomo di grande cultura, personalità ed estro creativo, Edo Cei è stato un artista che ha segnato il nostro territorio e ha saputo portare la sua arte all’estero, nei più importanti consessi internazionali. Nato a Livorno, ma maremmano d’adozione, Cei ha iniziato presto a lavorare per quella che una volta chiamavamo l’esattoria, ma dentro di sé aveva una forte componente creativa, un talento spiccato che lo portava a guardare la realtà con uno sguardo critico e visionario. Per questo, sin da giovane, si è appassionato allo studio della pittura, nella quale ha profuso un impegno costante. Dopo aver iniziato con rappresentazioni che potremmo definire impressioniste, si è poi indirizzato su altre interpretazioni di ciò che avviene di fronte a noi e ha cercato di tradurre in forme e colori una sua trasfigurazione della realtà, fatta di accostamenti paradossali e ironici, di immagini che mettono a nudo la condizione umana e muovono critiche alla nostra società, tanto che la sua è stata definita arte del pensiero, "thought art". Sposato con Rita e padre di Alessandro, Edo era solito trascorrere gran parte dell’anno a Grosseto, mentre nei mesi estivi si trasferiva a Castiglione, nel suo laboratorio e atelier ‘Sughera Alta’, fonte d’ispirazione per le sue tele dal sapore del mare, quasi costante comprimario delle sue opere, realistiche o oniriche che fossero. I funerali oggi alle 11 al cimitero della Misericordia.
Rossano Marzocchi