
Grosseto non dimentica Una targa in memoria dei tre ciclisti investiti e uccisi
di Nicola Ciuffoletti
Era il 14 luglio dello scorso anno quando a Braccagni, periferia nord di Grosseto, un gruppo di ciclisti fu travolto da un’auto. Morirono, oltre all’uomo che era alla guida dell’auto, anche tre ciclisti, Antonio Panico 56 anni, Roberto Seripa 71 anni, Nilo Naldini 73 anni. Ai tre ciclisti e alle loro famiglie ieri la città ha rivolto un pensiero. Con una cerimonia molto partecipata, tra via Giusti e via Sauro, è stata inaugurata una targa commemorativa in ricordo dei tre uomini. Il luogo non è casuale, è il punto della città dove i ciclisti amatoriali si danno appuntamento prima delle uscite in gruppo. "Oggi ricordiamo tre amici che non ci sono più. Questo evento è voluto da noi ciclisti – ha detto Alfiero Pieraccini, consigliere comunale –. Lo facciamo in un luogo simbolo della città per i ciclisti. È infatti qui che tutti i ciclisti si incontrano prima di partire per le uscite sulle strade della Maremma. Ricordo che il giorno della tragedia eravamo in Consiglio comunale. Arrivò la notizia e decidemmo subito di sospendere i lavori. Oggi, come ieri, c’è ancora più bisogno di sicurezza sulle strade. Ho presentato un ordine del giorno al Consiglio con l’obiettivo di apportare più sicurezza sugli attraversamenti pedonali del Poggiale, stessa attenzione riserverò per la sicurezza sulle strade del Poggione". Presenti anche il primo cittadino Antonfrancesco Vivarelli Colonna e Fabrizio Rossi, deputato e assessore allo Sport. "La targa – ha detto il primo cittadino – ci ricorda tre uomini che amavano la bici e lo stare insieme – commenta – purtroppo hanno incontrato un triste destino. Pieraccini si prodiga anche nelle sedi istituzionali per ridurre i pericoli in materia di viabilità e di questo lo voglio ringraziare".
Toccanti le parole della Simona Naldini, figlia di una delle vittime. "La vostra partecipazione – ha detto rivolgendosi ai presenti – dimostra l’affetto nei confronti delle vittime. Grazie all’associazione ‘Familiari vittime della strada’ oggi il tema della sicurezza su strada è ancora più presente". Poi Simona Naldini ha riportato le parole del presidente dell’associazione, Giacinto Picozza. "Entrando in contatto con l’associazione – ha concluso Simona Naldini – sono venuta a conoscenza di un dato, il 94% degli incidenti stradali è imputato al comportamento umano, la fatalità è marginale". Presente all’appuntamento anche Tommaso De Nunzio, 67 anni, uno dei sopravvissuti all’incidente. "Non ricordo assolutamente niente di quel giorno" ha ribadito con voce tremolante. L’uomo fu soccorso e trasportato con Pegaso all’ospedale di Firenze, De Nunzio è rimasto per circa 50 giorni in coma, poi ha iniziato una graduale ripresa. "Sono stato negli ospedali di Firenze, Grosseto, Manciano e Orbetello" ha ricordato. Un cammino lento, quello di De Nunzio, ricco di speranza.