
Cristina Ferrero
Grosseto, 22 marzo 2015 - Il destino alcune volte gioca brutti scherzi. Altre invece, come in questo caso, pone una mano a protezione della vita umana. Destino, fato, fortuna. Comunque si definisca, c’è di tutto nella storia di Cristina Ferrero, medico veterinario della clinica Croce Blu di Grosseto, scampata alla strage di Tunisi per aver imboccato la strada giusta davanti al bivio della vita. Anche lei imbarcata sulla Costa Fascinosa che il 18 marzo ha fatto tappa a Tunisi assieme alla figlia di 8 anni e ad un’amica con una bimba di due anni e mezzo.
Anche loro sarebbero dovute andare tutte e quattro al Museo del Bardo, luogo dove hanno perso la vita 24 persone, più 50 feriti, a causa dell’attentato terroristico rivendicato dall’Isis. Ed invece una buona stella ha fatto sì che i destini delle quattro grossetane fossero diversi. «Avendo due bimbe di 8 e due anni e mezzo abbiamo deciso di muoverci in taxi e visitare Tunisi autonomamente – ci spiega al telefono Cristina Ferrero -. Abbiamo fatto questa scelta sia per una questione di comodità, ma anche perché alle bimbe il Museo del Bardo non sarebbe interessato. Allora abbiamo deciso di prendere un taxi privato per vedere la città, la medina, il mercato, Cartagine ed un altra zona turistica». Sbarcate nella capitale tunisina le due grossetane con figlie al seguito sono scese a Tunisi e, come davanti ad un bivio, hanno imboccato la strada giusta. Come in un quiz, la porta che avrebbe potuto portare al massacro del Bardo è rimasta chiusa. Niente museo, ma un giro per la città. «Siamo salite sul taxi – prosegue-, e dopo poco abbiamo iniziato a ricevere telefonate dall’Italia. Erano amici e parenti che ci chiedevano informazioni sul nostro stato di salute. Non sapevamo niente dell’attentato terroristico, e non sapeva niente neanche il tassista. Lo abbiamo avvertito noi di quanto era accaduto. Saranno state le 13, abbiamo chiesto al tassista di riportarci subito sulla nave».
Tensione, caos, paura. Ma anche uno stato di incertezza e di protezione verso le due bimbe. «Sulla strada per tornare alla nave abbiamo notato che c’era un movimento insolito, sirene, forze armate. Saliti sulla Costa Fascinosa ci hanno chiusi e blindati dentro e non ci hanno fatto partire. Avevamo notizie frammentarie, internet ed i telefoni prendevano male. In tarda serata il comandante ci ha dato informazioni su quanto era successo ed invece di ripartire per le 19, come previsto, siamo salpate oltre l’una di notte». Un massacro scampato, poi la nave è partita alla volta di Palma di Maiorca. Ieri a Marsiglia, la Fascinosa oggi toccherà Savona e domani concluderà il suo viaggio a Civitavecchia. «Mia figlia ha 8 anni – prosegue-, faceva domande e gli ho dovuto spiegare cosa stava accadendo. Abbiamo comunque tenuto le due bambine in uno stato di tranquillità. Siamo state tanto fortunate, le bimbe sono state la nostra fortuna, poteva andare in un altro modo».